La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha confermato venerdì (6 dicembre) che l’UE ha raggiunto un accordo di libero scambio con Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay, il cosiddetto blocco del Mercosur.
L’accordo, annunciato alla presenza del leader argentino Javier Milei, del presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva, del presidente del Paraguay Santiago Peña e dell’uruguaiano Luis Lacalle Pou, conclude 25 anni di negoziati che hanno incontrato una forte opposizione da parte della Francia, degli agricoltori e dei gruppi ambientalisti dell’UE in tutta l’Unione.
Crediamo che apertura e cooperazione siano i veri motori della crescita e della prosperità”, ha aggiunto il presidente dell’esecutivo dell’UE.
Corrispondendo alla complessità delle negoziazioni, Lacalle Pou ha affermato che l’accordo „non sarebbe una soluzione magica”, aggiungendo che „i passi saranno graduali, ma certi”.
L’accordo UE-Mercosur
Avviati nel 1999, i negoziati per l’accordo UE-Mercosur hanno prodotto un primo „accordo politico” nel 2019.
La sua ratifica da parte degli Sati membri è stata, tuttavia, ritardata a causa delle continue preoccupazioni sulle discrepanze degli standard ambientali tra l’UE e il blocco sudamericano, e in mezzo a crescenti rivolte degli agricoltori.
L’accordo mira a creare una delle più grandi aree di libero scambio al mondo, con l’eliminazione dei dazi doganali per i principali settori esportatori dell’UE, come automobili, macchinari, prodotti chimici e farmaceutici.
In totale, secondo i dati della Commissione, l’accordo eliminerà i dazi all’importazione sul 91% delle esportazioni dell’UE verso i paesi del Mercosur e sul 92% delle esportazioni del Mercosur verso l’UE.
Nel settore agroalimentare, l’accordo eliminerà gradualmente il 93% dei dazi sulle esportazioni dell’UE verso i paesi del Mercosur, tra cui vino, liquori, olio d’oliva e pesche in scatola, liberalizzando al contempo l’82% delle importazioni agricole.
Attualmente, i Paesi del Mercosur sono già partner commerciali chiave per l’UE, con esportazioni dell’UE verso Brasile, Argentina, Uruguay e Paraguay per un totale di 55,7 miliardi di euro nel 2023. Le importazioni da questi paesi verso l’UE sono ammontate a 53,7 miliardi di euro nello stesso anno.
Viste le crescenti tensioni con due dei principali partner commerciali dell’UE a livello mondiale, gli Stati Uniti e la Cina, la Germania ha in particolare sostenuto una rapida conclusione dell’accordo, mentre diversi settori e altri Paesi UE politici hanno suggerito di dividerlo in due componenti.
Ciò consentirebbe la ratifica delle parti fondamentali dell’accordo, tra cui tariffe e quote di importazione, da parte di una maggioranza qualificata dei Paesi dell’UE, vale a dire almeno 15 Paesi che rappresentino il 65% della popolazione totale dell’UE, nonché del Parlamento europeo.
Solo l’inizio di un processo
La conclusione dell’accordo giunge in un momento in cui la Francia, che si oppone fortemente all’intensa, è afflitta da un’incertezza politica: il primo ministro Michel Barnier si è dimesso giovedì (5 dicembre) dopo aver perso il voto di fiducia sui piani di bilancio all’Assemblea nazionale il giorno prima.
I critici dell’accordo, tra cui i governi di Francia e Polonia, hanno messo in guardia contro l’aumento delle importazioni di prodotti alimentari a basso costo dal blocco del Mercosur, che a loro avviso creano una concorrenza sleale per gli agricoltori europei a causa delle differenze negli standard ambientali.
Nel tentativo di placare le preoccupazioni persistenti, nel 2019 la Commissione ha annunciato un pacchetto di sostegno finanziario fino a 1 miliardo di euro in caso di perturbazioni del mercato.
Nel frattempo, nelle ultime settimane, la Francia ha cercato di creare una cosiddetta „minoranza di blocco” contro l’accordo, composta da almeno quattro paesi che rappresentano almeno il 35% della popolazione dell’UE.
Mentre solo la Polonia si è espressa esplicitamente contro l’accordo, si dice che anche altri Paesi abbiano delle riserve, tra cui Austria, Paesi Bassi e Belgio.
Le speranze che l’accordo venisse ratificato dagli stati membri hanno subito un ulteriore colpo giovedì, quando l’AFP ha riferito che fonti del governo italiano hanno affermato che „non ci sono le condizioni” affinché Roma firmi l’accordo. L’agenzia di stampa italiana ANSA ha corroborato il reportage dell’AFP venerdì mattina.
Venerdì Gill ha anche affermato:
Gli agricoltori si preparano a nuove proteste
Intanto, il processo si preannuncia particolarmente in salita con gli agricoltori che hanno annunciato nuove proteste a Bruxelles già per lunedì prossimo.
In una nota, il COPA-COGECA, il più importante gruppo di interesse degli agricoltori e europei, ha rifiutato l’accordo, affermando che tutti „i timori della comunità agricola si sono concretizzati”, avvertendo sui rischi profondi per tutta l’agricoltura a conduzione familiare in tutta Europa, oltre che per 450 milioni di consumatori europei.
L’Organizzazione che rappresenta agricoltori e cooperative agricole in Europa ha annunciato „una flash action”, a Bruxelles lunedì.
In risposta all’annuncio, il presidente del COPA, Massimiliano Giansanti ha dichiarato:
Secondo Giansanti, „gli Stati membri e gli eurodeputati devono ora contestare fermamente i termini di questo accordo e lavorare per una soluzione che garantisca un approccio equo ed equilibrato per proteggere il modello agricolo dell’UE”.
Il presidente del COPA ha annunciato che lunedì, gli agricoltori terranno una flash action a Bruxelles, di fronte al Consiglio, iniziando „a scambiare opinioni con ministri ed europarlamentari”.
Da parte sua il presidente della COGECA, Lennart Nilsson, ha aggiunto:
Per Nilsson, infatti, „l’attuale accordo UE-Mercosur non soddisfa questi criteri, utilizzando l’agricoltura come merce di scambio per favorire altri settori”.