Il governo italiano lavora per bloccare la nuova legge irlandese che prevede la presenza di etichette sanitarie sui prodotti alcolici come il vino. Secondo Forza Italia (PPE), la scelta dell’Irlanda frammenta il mercato interno e genera un allarme infondato tra i consumatori.
Dal 22 maggio 2026, dopo un periodo di transizione di tre anni, le bottiglie di vino e alcolici commercializzate in Irlanda avranno delle etichette sanitarie.
Il ministero della Salute irlandese informa che l’etichettatura indicherà il contenuto calorico, i grammi di alcol nel prodotto e avvertirà sul rischio di consumare alcol durante la gravidanza e sul rischio di malattie del fegato e tumorali dovuto al consumo di alcol.
L’Italia è tra i Paesi europei che promettono battaglia per modificare la legge irlandese, alla quale viene contestata l’approssimazione nell’indicare i pericoli legati al consumo di alcolici.
Nevi spiega che la legge irlandese configura una rottura del mercato interno UE, dove dal 2026 potrebbero valere regole diverse per i prodotti alcolici commercializzati in Irlanda rispetto agli altri Paesi europei.
La nuova legge irlandese non è stata accolta bene da 13 Stati europei, diversi Stati membri della World Trade Organization (WTO) e ovviamente dai produttori di bevande alcoliche che hanno parlato di una barriera “ingiustificata e sproporzionata”.
Il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida ha annunciato che insieme al ministro degli Esteri Antonio Tajani sta lavorando in sinergia con altri Paesi europei per contrastare la scelta dell’Irlanda e difendere un mercato europeo “che sia rispettoso dei prodotti di ogni nazione”.
Le preoccupazioni dell’Italia sono cresciute quando la Commissione europea non ha espresso alcuna reazione formale alla legge, in fase di proposta, dopo la notifica formale che, dal punto di vista procedurale, vale come tacito assenso.
La questione ha iniziato a ribollire già a gennaio di quest’anno, quando il ministro dell’Agricoltura italiano Francesco Lollobrigida ha dichiarato che Roma stringerà i ranghi e aumenterà l’attività a Bruxelles per forzare la mano di Dublino.
Il ministro ha aggiunto che regalerà al suo omologo irlandese Charlie McConalogue una bottiglia di vino “in modo che possa vedere che non abbiamo intenzione di danneggiare la sua salute”.
Gli italiani vivono più a lungo degli irlandesi
L’Italia, la Francia e la Spagna, che da sole rappresentano il 47% di tutte le bottiglie di vino prodotte nel mondo, stanno collaborando per produrre un documento comune che osteggi la normativa irlandese. Inoltre – insieme a Bulgaria, Grecia, Repubblica Ceca, Ungheria, Slovacchia e Portogallo – è stato predisposto un «non paper» per chiedere alla Commissione di avviare un dialogo con il Governo irlandese.
Lollobrigida ha inoltre sottolineato che l’Italia, dove il vino fa parte della dieta mediterranea, è la seconda nazione al mondo per longevità mentre l’Irlanda lotta contro il fenomeno dell’alcolismo.
Le associazioni di produttori di vino, birra e distillati hanno presentato reclami ufficiali alla Commissione europea per aprire una procedura di infrazione contro l’Irlanda. Il tema verrà trattato nuovamente il prossimo 21 giugno.