Gli agricoltori danesi pagheranno, a partire dal 2030, una tassa di 120 corone per tonnellata di anidride carbonica prodotta dagli animali.
La Danimarca, uno dei maggiori produttori ed esportatori di carne di maiale e prodotti lattiero-caseari, diventerà così il primo paese a imporre tale imposta in agricoltura.
Questo mese, invece, la Nuova Zelanda ha abbandonato i piani per introdurre una tassa simile dopo le critiche degli agricoltori.
Il governo di Copenaghen ha raggiunto un compromesso con gli agricoltori, l’industria, i sindacati e i gruppi ambientalisti riguardo alla politica agricola, la maggiore fonte di emissioni di CO2 del paese, stabilendo che dal 2030 gli agricoltori pagheranno una tassa di 300 corone danesi (circa 200 lei) per tonnellata di CO2, secondo Reuters.
L’imposta aumenterà a 750 corone (circa 500 lei) entro il 2035.
Gli agricoltori avranno però diritto a una detrazione del 60% sull’imposta sul reddito, il che significa che, in realtà, il costo per tonnellata inizierà da 120 corone (80 lei) e aumenterà a 300 corone entro il 2035, mentre saranno disponibili sussidi per supportare le regolazioni nelle operazioni agricole. La tassa potrebbe aggiungere un costo aggiuntivo di 2 corone (1,33 lei) per chilogrammo di carne macinata di manzo nel 2030, ha spiegato il ministro degli affari economici, Stephanie Lose, alla televisione pubblica DR.
La carne di manzo macinata ora si vende, in Danimarca, a circa 70 corone (46 lei) al chilogrammo.
L’accordo del governo deve essere approvato dal parlamento e gli esperti politici si aspettano che la tassa venga introdotta tramite una legge adottata con un ampio consenso.
Questo mese, la Nuova Zelanda ha abbandonato i piani per introdurre una tassa simile dopo che la misura è stata criticata dagli agricoltori.