giovedì, 25 Aprile, 2024
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La Borsa dei vigneti in Italia: le quotazioni nelle zone più vocate

L’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa ha fatto il punto sul mercato dei vigneti e dei terreni da destinare a tale coltivazione in Italia attraverso la restituzione, da parte di alcuni affiliati, dello stato delle contrattazioni in alcuni dei territori viti-vinicoli più vocati, aggiornando precedenti “listini”.

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Tra gli inquirenti interessati ci sono anche stranieri investitori che vogliono lanciarsi nel settore turistico ed enogastronomico e sviluppare aziende vinicole.

Valdobbiadene, difficile trovare terreni in offerta

Edoardo Cunzo: 

“E’ rarissima l’offerta di terreni da destinare a vigneti nella zona di Valdobbiadene, dove ci sono terreni con denominazione Doc. Questi ultimi possono arrivare a costare intorno a 50/70 € al mq contro una media di 15 € al mq per terreni senza denominazioni Doc. I primi sono acquistati prevalentemente da importanti aziende agricole. Tra Santo Stefano e San Pietro di Barbozza, è infatti presente la zona dove si produce il Cartizze. Parliamo di un luogo talmente unico che un terreno in quella zona di Valdobbiadene può arrivare a 100-120 € al mq”.

Oltrepo’ Pavese, forte interesse dal Nord Europa

Stefano Cristini: 

“La maggior parte delle richieste rimane in capo a coltivatori diretti e imprenditori agricoli autoctoni, con qualche eccezione: dal 2021 si riscontra interesse di clienti del Nord Europa, soprattutto olandesi. Per quanto riguarda i prezzi, i terreni con vigneti in produzione variano da 2500 a 4000 € a pertica con punte di 5000 € a pertica nella pregiata zona della Valle Versa”.

Alba e Langhe, 3 milioni/ha per Barolo e Barbaresco

Enrico Garino:

 “Mercato dinamico quello dei terreni, in particolare se destinati alla produzione di Barolo e Barbaresco. Importanti aziende stanno acquistando a prezzi elevati, anche 3 milioni all’ettaro, con la conseguenza che quelle più piccole si stanno indirizzando verso la zona di Tortona e del Monferrato dove acquistano terreni da destinare alla produzione di altri vini. Il mercato dei terreni per la produzione di vini doc tiene perché contingentata. Negli ultimi anni cresce l’interesse per la DOCG “Alta Langa”, riservata ai vini spumanti, ottenuti con la rifermentazione in bottiglia, dalle uve dai vitigni Pinot nero e Chardonnay dei vigneti coltivati ad altitudini più alte, come nel caso dei Comuni dell’Alta Langa dove prima erano presenti boschi e noccioleti”.

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In Monferrato acquirenti scandinavi, inglesi e svizzeri

Laura Caracciolo: 

“Costigliole è zona di Barbera e, in parte, Moscato. I vigneti sono ricercati soprattutto da aziende vinicole. Per quanto riguarda i terreni agricoli seminativi non si supera 1 euro al mq, mentre per i vigneti (prevalentemente a Barbera) a Costigliole d’Asti e dintorni si può arrivare a circa 40 mila € all’ettaro; mentre i vigneti a Moscato, in ottimo stato e buona esposizione, sulle colline nel versante verso la provincia di Cuneo, hanno raggiunto 70 mila-80 mila € (all’ettaro). In aumento la richiesta di terreni coltivati a vigna da parte di acquirenti scandinavi, inglesi e svizzeri”.

Valpollicella: è l’andamento dell’Amarone a fare il prezzo

Erika Ottolini:

 “Il valore dei vigneti, misurati in campi, dipende dall’andamento dell’Amarone che lo scorso anno è aumentato del +27% rispetto al 2020. E’ necessario distinguere i campi in DOC classico e DOC non classico, che hanno due quotazioni differenti. Prima del covid il DOC classico si aggirava a 150.000 € a campo, post covid lo stesso campo vale 180-200.000 €. Mentre il campo DOC non classico dopo la pandemia ha subito un ribasso e attualmente un campo si aggira attorno a 100.000 €. Questa seconda opzione è poco valutata, però da chi vuole acquistare un vigneto”.

Franciacorta: mercato chiuso dalle cantine già presenti

Massimo Rizzotti: 

“Considerando la ridotta estensione del territorio e la continua ascesa delle vendite dei vini franciacortini, non sono presenti molti terreni coltivati a vigneto. Si tratta principalmente di un mercato interno per lo più destinato alle cantine già presenti sul territorio che si contendono le aree, con una piccola percentuale di viticoltori privati che si affacciano a questa professione per hobby o con piccole realtà. I valori variano a seconda dell’esposizione, del tipo di terreno nonché dall’età delle viti: si parte da un minimo di 200.000 € per ettaro, fino ad arrivare a cifre molto elevate”.

Lazio tra Cesanese del Piglio e il Cabernet di Atina

Gianni Roscioli: 

“In provincia di Frosinone c’è particolare interesse per la produzione di due vini: il Cesanese del Piglio DOCG e il Cabernet di Atina. Tra le colline della Ciociaria e i monti Ernici, nei territori dei comuni di Piglio, Affile, Serrone, Anagni, Paliano ed Acuto, vi sono distese di vigneti: è la zona di produzione del Cesanese Docg, un ottimo vino rosso. Il Cesanese, unico vitigno autoctono rosso del Lazio, nel 1973 è stato riconosciuto DOC e poi nel 2008 è arrivata la Docg. I valori dei vitigni per ettaro all’interno della zona DOC variano da un minimo di 70.000 € a un massimo di 100.000 € per ettaro. I proprietari delle aziende vinicole e gli acquirenti sono prevalentemente italiani. Tra le colline della Ciociaria, nel territorio della Valle di Comino, nei comuni di Atina, Gallinaro, Belmonte Castello, Picinisco, Sant’Elia Fiumerapido, Alvito, Villa Latina, San Donato Valcomino, Vicalvi, Casalattico, Casalvieri e Settefrati ha origine il Cabernet di Atina. Il Cabernet di Atina è un vino dal colore rosso rubino riconosciuto Doc nel 2011. I valori dei vitigni per ettaro di questa tipologia all’interno della zona DOC variano da un minimo di 50.000 € a un massimo di 80.000 € per ettaro“.

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