venerdì, 19 Aprile, 2024
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Attenzione a virus e fitoplasmi nei nuovi impianti di vite

Negli ultimi anni sono in aumento le segnalazioni di giovani impianti di vite con problemi fitosanitari le cui cause sono di difficile definizione.

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Senza dubbio un ruolo rilevante è dato dalle virosi o fitoplasmi che possono provenire da materiale di propagazione infetto non certificato o dalla presenza di nematodi nel terreno. Proprio in questo periodo in cui i viticoltori pianificano e preparano eventuali nuovi impianti e reimpianti di vite è quanto mai necessario porre l’attenzione sull’opportunità di effettuare l’analisi nematologica del terreno per la riuscita degli stessi.

Verificare la presenza dei nematodi

Senza un’analisi di laboratorio specifica non è possibile valutare la loro carica e ci si accorge dell’errore commesso solo dopo qualche anno dalla messa a dimora delle barbatelle, quando, purtroppo, nessun intervento risulta efficace.

I danni causati dai nematodi della vite, legati alla perdita di produzione, possono superare il 10%, senza considerare quelli derivanti dalle associazioni di tipo sinergico che essi possono instaurare con altri microrganismi del terreno, quali funghi e batteri.

Gravi danni indiretti

I nematodi fitoparassiti più pericolosi per la vite sono i galligeni (Meloidogyne spp.), i nematodi degli agrumi (Tylenchulus semipenetrans), i nematodi delle lesioni radicali (Pratylenchus vulnus) e Xiphinema index della famiglia Longeridae.

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Questa famiglia di nematodi provoca anche danni indiretti, ancor più gravi di quelli diretti. Essi, infatti, sono in grado di trasmettere, per mezzo di secrezioni ghiandolari esofagee che rilasciano attraverso il loro stiletto di penetrazione, nepovirus da piante infette a piante sane.

Seppur manchino dati specifici per l’Italia centrale, X. Index è stato rilevato in campioni di terreno di altri areali viticoli italiani in percentuali anche superiori al 30% nei campioni di terreno analizzati. Tale nematode è spesso associato al Nepovirus GFLV (Grapevine fanleaf nepovirus), agente causale del complesso dell’arricciamento infettivo della vite.

Il virus riesce a sopravvivere nelle radici anche per 5 anni dall’espianto della coltura. La presenza di tali nematodi è localizzata principalmente tra i 20 ed i 60 cm di terreno e la carica nematica che può influire sul normale sviluppo delle piante si aggira sui 50 individui/litro di terreno.

Per quanto concerne il GFLV i danni sono ben visibili e distinguibili, a seconda dei ceppi in:

  • malformazioni infettive: foglie distorte, asimmetriche con nervature ravvicinate, mosaici giallo-verdastri, tralci con internodi ravvicinati, aspetto della pianta cespuglioso e riduzione quantitativa dei grappoli nonché maturazione irregolare.
  • giallumi infettivi: alterazioni cromatiche a carico delle foglie ben evidenti fin dalla ripresa vegetativa; il lembo fogliare può presentare macchie gialle estese o piccole e diffuse.

Tecniche di difesa

Le misure di contenimento sono esclusivamente di carattere preventivo. Utile verificare la presenza di nematodi predatori che potrebbero svolgere un controllo biologico dei nematodi fitoparassiti (es. gen Mononchina).

In caso di presenza di Xiphinema sarà purtroppo necessario attendere un periodo di almeno 7 anni prima dell’impianto, seminando nel terreno specie erbacee non recettive quali cereali ed erba medica. L’utilizzo di piante ad azione biofumigante risulta poco efficace nei confronti dei longidoridi.

Particolare attenzione va poi rivolta alla lavorazione del terreno, per limitare la diffusione passiva in aree non contaminate, e la scelta del materiale di moltiplicazione in quanto i nematodi spesso sono veicolati per mezzo della terra aderente all’apparato radicale delle barbatelle.

Le vigenti norme nel settore vivaistico, peraltro, prevedono che tutti i terreni destinati ad ospitare piante madri debbano essere analizzati al fine di escludere la presenza di nematodi vettori di virus. Ovviamente, le barbatelle devono essere virus esenti, poiché se piantate in terreni con presenza di nematodi vettori, l’infezione virale potrebbe dilagare.

Fonte dell'articoloterraevita.edagricole.it
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