martedì, 13 Maggio, 2025
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Tra guerre e clima produzione agricola giù del 35% entro il 2050

Entro il 2050 la produzione agricola mondiale potrebbe ridursi fino al 35%. A minacciarla è la tempesta perfetta tra eventi climatici estremi sempre più frequenti, conflitti geopolitici e un’agricoltura ancora troppo dipendente da un numero limitato di colture divise in pochi Paesi produttori.

Lo rivela lo studio ‘Building Resilience in Agrifood Supply Chains’, realizzato dalla società di consulenza globale Boston (Bcg) consulting group in collaborazione con Quantis.

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Il 65% della produzione agricola e il 70% dell’apporto calorico mondiale, fa sapere lo studio, dipendono da sole 15 colture, aumentando la debolezza a eventi climatici estremi e crisi geopolitiche.

Ad esempio, i volumi di produzione di riso, che costituisce il 22% dell’apporto calorico nel mondo, sono destinati a diminuire del 9% entro il 2050, con i primi cinque produttori che subiranno un calo del 18%; l’impatto maggiore è previsto nei tre Paesi responsabili del 40% della produzione mondiale, India (-18%), Bangladesh (-15%) e Indonesia (-12%).

Il calo, dovuto al cambiamento climatico, avrà inoltre conseguenze dirette sul loro Pil, con i margini per milioni di piccoli agricoltori che rischiano di crollare del 30-40%.

Una crisi che però si può prevenire con un cambio di passo. Da qui la roadmap proposta dallo studio, per rendere le filiere agroalimentari più resilienti agli shock senza spezzarsi.

Tra le soluzioni indicate, incentivare l’innovazione genetica che consente di sviluppare colture più resistenti al clima; e poi aumentarne la diversificazione, spingere l’acceleratore sull’agricoltura rigenerativa con pratiche che migliorano la salute del suolo e proteggono acqua e biodiversità, ma anche sulle tecnologie post-raccolta per ridurre gli sprechi.

Fondamentale, inoltre, sbloccare nuove fonti di finanziamento per permettere agli agricoltori di innovare senza rischiare il tracollo, e attivare partnership a lungo termine tra imprese e fornitori per garantire stabilità, tracciabilità e sostenibilità lungo tutta la filiera.

Fonte dell'articoloansa.it
La Redazione
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