Sì alla tutela della salute, no a misure rigide che penalizzano le imprese agricole. Così la Cia -Agricoltori Italiani dell’ Emilia-Romagna, commenta l’ordinanza regionale – al via domani e in vigore fino al 15 settembre che prevede lo stop al lavoro, in condizioni di caldo estremo o anomalo in determinate fasce orarie, nei cantieri edili e affini, in agricoltura, nel florovivaismo e nei piazzali della logistica.
„Ribadiamo la centralità della salute e della sicurezza dei lavoratori – osserva in una nota Stefano Francia, presidente di Cia Emilia Romagna – ma evidenziamo che il settore agricolo necessita di strumenti efficaci, flessibili e compatibili con la natura stagionale e climatica delle attività produttive. L’ordinanza è uno strumento eccezionale e coercitivo che dovrebbe essere riservato a situazioni di reale emergenza.
Non possiamo ignorare che – prosegue – per l’agricoltura la sospensione del lavoro in piena campagna può causare danni irreversibili, con perdita di raccolti e gravi ripercussioni economiche”.
A giudizio di Francia, ancora, „serve un approccio condiviso capace di responsabilizzare imprese e lavoratori – prosegue Francia – rispettando le specificità produttive”.
Per questo, l’associazione degli agricoltori rinnova la disponibilità a collaborare con le istituzioni, chiedendo che si apra formalmente un tavolo di confronto per definire regole più efficaci, eque e condivise.
„Salute e produttività non sono in contrapposizione – conclude Francia – ma devono procedere insieme, con buon senso e rispetto reciproco”.