Annunciato oggi, alla presenza del ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, il progetto di impianto a fune che ha vinto il bando PNRR per la logistica agroalimentare. Unica al mondo, la funivia collegherà uno degli stabilimenti di Melinda con la miniera Rio Maggiore in Val di Non, dove le mele vengono stoccate nelle celle ipogee. Entro il 2024 permetterà di trasportare 40mila tonnellate di frutta evitando 12mila chilometri annui attualmente percorsi con veicoli a motore
Ridurre i veicoli su gomma per il trasporto delle merci e sostituirli con soluzioni a minore impatto ambientale è un obiettivo indispensabile per avvicinarsi agli obiettivi di riduzione delle emissioni CO2. Un progetto importante per ogni parte d’Italia ma ancor di più in territori complessi come quelli alpini.
Finora, però, nessuno, né in Italia né in Europa, era riuscito a sostituire i camion con una funivia. La prima a ospitare un impianto a fune totalmente dedicato alle mele sarà la Val di Non in Trentino. Lo hanno annunciato oggi i vertici di Melinda, consorzio che riunisce oltre 4mila famiglie di melicoltori trentini, in occasione della conferenza stampa con il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida presso il MASAF a Roma.
Il progetto di funivia, ideato dalla stessa Melinda, ha ufficialmente vinto il bando dedicato alle migliori idee per lo sviluppo della logistica agroalimentare, classificandosi al 2° posto su un totale di oltre 100 proposte che accederanno ai fondi PNRR. Grazie alla sua innovatività, usufruirà di un contributo a fondo perduto di poco più di 4 milioni di euro, che servirà a coprire il 40% della spesa complessiva di 10 milioni necessari per realizzare l’impianto.
Dal punto di vista tecnico, la funivia sarà un impianto monofune ad agganciamento automatico a tre piloni con 11 piloni di sostegno (di cui 6 in galleria) della lunghezza di 1300 metri e dislivello di 87 metri, capace di trasportare ogni ora 460 contenitori impilabili (i cosiddetti „bins”), alla velocità di 5 metri al secondo.
Partirà dalla sala di lavorazione di Predaia e arriverà fino alla Miniera di Rio Maggiore, all’interno delle cave realizzate per estrarre la roccia dolomia. Qui il suo percorso proseguirà per altri 430 metri all’interno di una galleria per raggiungere le celle ipogee: un „frigorifero naturale” a temperatura controllata nel cuore delle Dolomiti che già oggi permette di risparmiare il 30% di corrente elettrica rispetto a un magazzino tradizionale, evitando peraltro di dover costruire nuovi edifici in superficie. Un gioiello avveniristico già presentato al Parlamento europeo come buona pratica di sostenibilità ambientale ed economica.
La „funivia delle mele” permetterà così di evitare 6.000 viaggi di tir su gomma, per un totale di 12.000 chilometri l’anno, con una significativa diminuzione delle emissioni di CO2 nella valle. Per gestire gli stessi volumi movimentati dalla nuova teleferica, durante il periodo di „stoccaggio” autunnale delle celle, sarebbero necessari 10 camion che dovrebbero effettuare complessivamente 80 viaggi al giorno, trasportando ciascuno 36 bins.
Per i successivi 9 mesi è previsto un flusso di svuotamento delle celle regolare tra novembre e fine luglio. Il numero di viaggi si attesterebbe a 15 ogni giorno. Numeri che, tra l’altro, aumenteranno del 30% non appena saranno terminati i lavori di ampliamento delle celle, portando così a 40.000 tonnellate le capacità di stoccaggio delle mele all’interno della montagna.
La nuova funivia è stata premiata dal bando PNRR anche perché ha rilevanti ricadute in chiave turistica: aggiungerà ancor più valore alla riqualificazione del centro visitatori Il Mondo di Melinda dal quale potrà partire un percorso dedicato.