In occasione della Giornata Internazionale della Salute e Sicurezza sul Lavoro – promossa dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL), Federacma – la Federazione Confcommercio delle associazioni nazionali dei servizi e commercio macchine agricole torna a lanciare l’allarme: ogni anno, oltre 120 lavoratori agricoli muoiono a bordo di trattori privi di cinture di sicurezza o sistemi di protezione contro il ribaltamento. Sul tema interviene l’avvocato Gualtiero Roveda, consulente tecnico di Fruitimprese.
Freshplaza (FP): Ogni anno, secondo le rilevazioni di Federacma, si contano oltre 120 decessi in agricoltura legati all’assenza di sistemi di protezione sui trattori. Come si spiega una tragedia tanto persistente?
Gualtiero Roveda (GR): Sono incidenti che potrebbero essere evitati con l’adozione di dispositivi semplici ma fondamentali, come le cinture di sicurezza e i sistemi antiribaltamento sui trattori. Nonostante la disponibilità delle tecnologie, circolano ancora mezzi agricoli totalmente privi di queste dotazioni minime.
FP: Perché l’agricoltura resta uno dei settori più colpiti dagli infortuni?
GR: Pur registrando una riduzione complessiva negli ultimi anni, il comparto mantiene il triste primato del tasso di incidenti più alto. L’incidenza è doppia rispetto alla media nazionale e, cosa ancora più preoccupante, le denunce di infortunio in agricoltura hanno un esito mortale quattro volte superiore rispetto ad altri settori. L’assenza o l’usura dei sistemi di sicurezza rappresenta una delle principali cause di queste tragedie.
FP: La normativa avrebbe dovuto prevedere strumenti di prevenzione, corretto?
GR: Sì. Già il Nuovo Codice della Strada del 1992 prevedeva l’obbligo della revisione periodica dei mezzi agricoli. Nel 2015 è stato approvato un decreto interministeriale per renderla operativa, ma ad oggi la revisione non è mai partita, a causa dei continui rinvii annuali inseriti nel Decreto Milleproroghe.
FP: Quali sono i numeri del parco trattori non a norma?
GR: Secondo le stime di Federacma, in Italia circolano circa 1,2 milioni di trattori privi di cinture di sicurezza e oltre 670mila privi di rollbar, la struttura di protezione contro il ribaltamento. Solo circa 100mila mezzi risultano adeguati. I numeri sono drammatici: negli ultimi otto anni si sono contati oltre 1.000 morti e più di 4.000 invalidità permanenti. A questi si sommano i costi sociali altissimi: cure mediche, protesi, pensioni di invalidità e pensioni di reversibilità.
FP: Ci sono esempi virtuosi all’estero da cui trarre ispirazione?
GR: Sì, e sono estremamente incoraggianti. In Austria, ad esempio, l’introduzione della revisione obbligatoria ha permesso di ridurre i decessi causati da incidenti con mezzi agricoli da circa 100 l’anno a soli 7. È la dimostrazione concreta che adottare controlli sistematici e dispositivi di sicurezza funziona e salva vite.
FP: Federacma ha rivolto un appello urgente al Ministero dei Trasporti. Che cosa è necessario fare?
GR: È fondamentale procedere senza ulteriori rinvii all’emanazione del decreto attuativo che consenta di avviare la revisione dei mezzi agricoli. Bisogna considerare che, anche una volta approvato il decreto, serviranno almeno due anni per costruire una rete funzionante di officine autorizzate e di tecnici formati. In questo senso, Federacma, in collaborazione con Inail, ha già avviato la formazione di centinaia di operatori. Ma, senza il decreto, tutto resta fermo.