giovedì, 12 Dicembre, 2024
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In Emilia-Romagna l’area lambruschi perde 10% della produzione

In Emilia-Romagna l’area dei lambruschi perde il 10% della produzione, tra i peggiori risultati in assoluto per quantità negli ultimi dieci anni.

È questo il bilancio della vendemmia 2023, così come emerso dall’incontro delle cantine sociali modenesi e reggiane (che detengono una quota superiore al 90% della produzione di vini nelle due province), chiamate a confronto da Confcooperative Terre d’Emilia.

Il saldo, a pochi giorni dalla chiusura delle vendemmie, vede un calo della produzione del 10,3% rispetto al 2022, vale a dire un consuntivo fissato a 2,428 milioni di quintali di uve rispetto ai 2,7 milioni di quintali dello scorso anno.

Per scarsità il raccolto di uve nel 2023 è secondo soltanto al 2017, quando i vigneti vennero falcidiati da gelate tardive che limitarono la produzione in campagna.

Il calo percentualmente più vistoso – spiega la centrale cooperativa nata dalla fusione tra le Confcooperative di Modena, Reggio Emilia e Bologna – è attribuibile alle uve bianche, che hanno fatto segnare un -19,7%; in termini assoluti questa flessione significa 42mila quintali in meno rispetto al 2022.

Appare più consistente la caduta dei lambruschi, per i quali l’11,8% in meno realizzato quest’anno equivale a una perdita di produzione pari a 186mila quintali rispetto al 2022. In flessione del 5,8%, poi, è risultato anche il valore riferito ai rossissimi; il raccolto di Ancellotta, infatti, è sceso a 858mila quintali, con un -5,7%, equivalente a 57mila quintali persi rispetto al 2022.

La viticoltura modenese e reggiana può comunque contare su alcuni fattori che potrebbero influenzare positivamente i mercati. Il primo – evidenzia Confcooperative Terre d’Emilia – è legato all’ottima qualità delle uve, con un grado zuccherino superiore alle due ultime annate (17,60 contro il 17,29 del 2022 e il 17,44 del 2021).

Inoltre si è registrato un netto calo sia della produzione italiana (addirittura un 24,2% in meno) che di quella europea (-16,8%); questo – secondo la centrale cooperativa -, unito all’elevato livello qualitativo del raccolto, dovrebbe consentire una ripresa di quotazioni che sono apparse insoddisfacenti.

Fonte dell'articoloansa.it
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