La Commissione europea è riuscita a ridurre di recente le tensioni sulle esportazioni di grano ucraine, ma le critiche stanno crescendo su come l’esecutivo dell’UE ha gestito Paesi come la Polonia, che ha imposto unilateralmente divieti di importazione.
Da settimane Bruxelles sta continuando ad affrontare un’ondata di critiche, dopo aver promesso ad alcuni Paesi dell’Europa orientale un pacchetto di aiuti aggiuntivi di 100 milioni di euro per sostenere gli agricoltori locali che hanno lamentato l’invasione dei propri mercati invasi di prodotti ucraini a basso.
Il mese scorso, Polonia, Ungheria, Romania, Bulgaria e Slovacchia hanno adottato misure per limitare e persino fermare le importazioni di grano dalla vicina Ucraina devastata dalla guerra imposta dalla Russia dopo che l’ingresso di prodotti agricoli ucraini ha ridotto i prezzi a livello locale, provocando le proteste degli agricoltori.
Solo dopo che alla fine di aprile la Commissione UE ha promesso nuovi aiuti prelevati dal fondo di crisi della politica agricola comune (PAC) da destinare agli agricoltori locali, i Paesi dell’Europa orientale hanno infine accettato di eliminare i loro divieti di importazione.
La mossa della Commissione ha suscitato la protesta degli altri Paesi europei, con un gruppo di 12 ministri dell’Agricoltura che ha inviato una lettera all’esecutivo, criticando la gestione della situazione e l’approccio generale adottato da Bruxelles.
Le misure, che la Commissione ha adottato „senza consultare gli Stati membri”, „suscitano serie preoccupazioni perché portano a un trattamento differenziato all’interno dello stesso mercato interno”, si legge nella lettera diffusa la scorsa settimana.
I firmatari temono inoltre che la promessa di aiuti in denaro possa costituire un pericoloso precedente. Le misure “sollevano interrogativi sul trattamento futuro di casi di natura o portata comparabili”.
Inoltre, i 12 Paesi accusano la Commissione anche di una „mancanza di trasparenza” riguardo al possibile impatto degli aiuti agricoli concessi a singoli Stati membri su altri paesi dell’UE e se continueranno a essere versati ai paesi confinanti con l’Ucraina in futuro.
Un segnale sbagliato?
La Germania è tra i Paesi che considerano la risposta della Commissione come un modo per premiare azioni unilaterali e possibilmente illegali, osservando che la politica commerciale rientra nella competenza dell’UE e non in quella degli Stati membri.
In un discorso di venerdì (12 maggio), il ministro tedesco dell’Agricoltura Cam Ozdemir (Verdi) ha invitato la Commissione a tornare a un „sistema basato su regole” quando distribuisce denaro dal fondo di crisi.
In una situazione eccezionale, gli Stati membri possono essere assistiti con i fondi della riserva di crisi, di cui ogni anno viene tenuto in deposito un massimo di 450 milioni di euro dai fondi della PAC.
Sebbene Ozdemir abbia espresso solidarietà agli agricoltori colpiti, ha affermato:
“Se prendiamo sul serio la solidarietà, allora i criteri oggettivi saranno decisivi”.
In effetti, ci sono altri agricoltori nell’UE con buone ragioni per richiedere i fondi di crisi, ad esempio nella penisola iberica, che attualmente sta affrontando una siccità estrema.
Secondo il ministro dell’Agricoltura dei Verdi, i problemi del settore agricolo polacco sono in parte „autoctoni”. Ad esempio, il ministro dell’Agricoltura polacco Rafał Romanowski ha dato consigli scadenti agli agricoltori su cosa comprare e vendere.
Il commissario Wojciechowski già in campagna elettorale?
La critica rivolta alla Commissione Ue è particolarmente delicata per il commissario all’Agricoltura Janusz Wojciechowski.
Si dice da tempo che Wojciechowski stia puntando a una carica politica nel suo Paese d’origine, la Polonia, dopo le elezioni parlamentari di questo autunno.
Parlando del fatto che Wojciechowski stesse ancora svolgendo il suo lavoro di commissario europeo o avesse già intrapreso una campagna elettorale, Özdemir ha affermato di poter comprendere l’interesse nel garantire che l’agricoltura rurale abbia un futuro nel suo Paese.
“Ma voglio anche dire che mi aspetto che un commissario sia prima un commissario Ue e poi, se possibile, legato al suo Paese d’origine”, ha aggiunto.
Wojciechowski appartiene al partito Legge e giustizia (PiS) al governo in Polonia. Di recente ha ripetutamente promosso gli aiuti in denaro sui media polacchi e sui social, come dimostra un messaggio diffuso ieri sul suo profilo Twitter.
A livello nazionale, il PiS ha recentemente cercato sempre più di conquistare gli elettori impiegati nel settore agricolo o residenti nelle aree rurali.
Diversi analisti hanno giudicato la decisione della Polonia come un tentativo di interrompere le importazioni di grano dall’Ucraina, nonostante il Paese sia fortemente impegnato nel sostegno a Kyiv contro l’aggressione russa.