Dall’inizio della riforma della Politica agricola comune (PAC), in Slovacchia sono stati creati quasi 7.000 chilometri di aree non produttive, quattro volte la lunghezza dei confini nazionali.
A partire dal 2023, gli agricoltori slovacchi potranno partecipare a un nuovo sussidio, il cosiddetto eco-schema, un aiuto condizionato progettato per incoraggiare gli agricoltori ad adottare pratiche rispettose dell’ambiente.
Tre le iniziative previste: il miglioramento della struttura del suolo, l’accantonamento di aree improduttive e la loro semina con miscele per impollinatori, e la limitazione della superficie massima dei terreni coltivati.
Prima del lancio, c’erano dubbi sull’interesse degli agricoltori per i nuovi sussidi. L’eco-schema comporta nuovi costi e minori redditi causati dalla perdita di parte della produzione.
Ma i dati preliminari, comunicati dal ministero dell’Agricoltura a EURACTIV Slovacchia, hanno superato ogni aspettativa.
Di tutte le 16.468 aziende agricole che fanno parte del sistema di sovvenzioni dell’UE, 8.809 (ovvero più della metà) sono state coinvolte nel nuovo regime. Il ministero si aspetta che l’eco-sistema copra almeno il 70% dell’area per la quale gli agricoltori possono richiedere sussidi diretti per ettaro.
La condizione più controversa è stata la divisione delle grandi aree di monocoltura in campi marginali con erbe e foraggi. La Slovacchia ha la più grande superficie media di campi seminati con una sola coltura.
Nel primo anno della riforma della PAC, gli agricoltori hanno creato 7.518 margini di questo tipo per 8.188 ettari, 32 volte di più rispetto all’intero periodo di sovvenzioni di sette anni prima.
Il risultato ha sorpreso anche gli ambientalisti che hanno partecipato alla preparazione dell’eco-sistema.
„È sicuramente più di quanto ci aspettassimo. Dobbiamo ringraziare tutte le aziende per essersi impegnate, anche se si tratta di un programma nuovo e molto complicato”, ha dichiarato Jozef Ridzoň della Società ornitologica slovacca/Birdlife Slovakia.