Il Consiglio dell’UE ha approvato senza modifiche la proposta della Commissione sul rinnovo della liberalizzazione degli scambi con l’Ucraina, mentre gli eurodeputati della commissione agricoltura del Parlamento europeo si sono invece schierati dalla parte degli agricoltori chiedendo maggiori garanzie.
Ieri (mercoledì 21 febbraio), gli ambasciatori dell’UE hanno approvato le misure.
Tuttavia, ha aggiunto il diplomatico, le misure di salvaguardia introdotte dalla Commissione per limitare le importazioni che potrebbero mettere in difficoltà il mercato dell’UE sono considerate „un miglioramento significativo”.
L’esecutivo UE ha proposto un meccanismo per stabilizzare le importazioni nei settori considerati più sensibili – pollame, uova e zucchero – se gli afflussi superano i livelli medi nel 2022-23.
La proposta include anche un freno d’emergenza che consentirebbe alla Commissione di imporre „qualsiasi misura necessaria” se le importazioni ucraine di qualsiasi prodotto „incidono negativamente” sul mercato del blocco.
Gli ambasciatori hanno approvato le misure e il mandato a negoziare con il Parlamento europeo per fissarle nella legislazione.
Estendere le misure di salvaguardia sui prodotti
I membri della Commissione Agricoltura (AGRI) del Parlamento europeo hanno presentato 127 emendamenti, i principali dei quali riguardano i prodotti coperti dalle misure di salvaguardia e la loro soglia. I deputati voteranno lunedì sera.
Diversi emendamenti spingono per includere il miele e i cereali ucraini nell’elenco delle importazioni sensibili, altri estendono le misure di salvaguardia a tutti i prodotti con la possibilità di utilizzare parte del meccanismo dello Strumento per l’Ucraina da 50 miliardi di euro per acquistare e stoccare alimenti destinati a Paesi terzi.
Poiché la Commissione considera il superamento dei livelli medi di importazione nel 2022-23 come causa scatenante del rafforzamento delle misure di salvaguardia, gli emendamenti suggeriscono di includere nel calcolo il 2021, ossia i dati commerciali precedenti alla guerra.
Ciò è in linea con le richieste di sei associazioni che rappresentano gli agricoltori: Copa e Cogeca, gli allevatori e i commercianti di pollame dell’UE, i produttori di zucchero, i produttori di mais, i coltivatori di barbabietole e l’unione dei grossisti di uova, pollame e selvaggina.
Tuttavia, non è chiaro quante di queste proposte saranno accolte dalla commissione commercio del Parlamento europeo (Committee on International Trade – INTA), responsabile del dossier, che voterà il 7 marzo.
L’Europa dell’Est non si tira indietro
L’Est Europa è il cuore delle proteste, con gli agricoltori slovacchi, ungheresi, lituani, lettoni e cechi che si sono coordinati con i polacchi per scendere in piazza oggi (giovedì 22 febbraio).
Le proteste al confine tra Polonia e Ucraina si sono intensificate martedì (20 febbraio) con un blocco quasi totale, portando Kiev a chiedere alla Commissione europea di intervenire.
Ad oggi, diversi divieti unilaterali sui prodotti ucraini rimangono in vigore in Slovacchia, Ungheria e Polonia.