Gli Stati membri dell’UE sono favorevoli a regole più severe sulla commercializzazione delle sementi e di altro materiale riproduttivo vegetale (PRM), soprattutto per quanto riguarda gli scambi tra agricoltori.
Il 18 giugno il Consiglio ha pubblicato lo stato attuale delle discussioni sul progetto di legge, che mira a sostituire almeno 11 direttive che regolano la produzione e la commercializzazione delle PRM, come semi, talee, tuberi e giovani piante.
Alla prossima riunione dei ministri dell’Agricoltura dell’UE, il 24 giugno a Lussemburgo, la presidenza belga del Consiglio presenterà pubblicamente il documento.
Il testo rivela che i Paesi dell’UE stanno spingendo per una posizione più severa sugli scambi di materiale riproduttivo tra agricoltori, un aspetto controverso del regolamento.
La proposta della Commissione europea esenta gli scambi di sementi tra agricoltori dai requisiti normativi e dalla burocrazia laddove non comportino un pagamento.
Tuttavia, diverse delegazioni nazionali in seno al Consiglio hanno proposto di eliminare completamente questa esenzione, temendo che possa creare una via privilegiata per il mercato nero delle sementi.
Altre delegazioni suggeriscono di mantenere l’esenzione, ma di rendere più restrittive le definizioni di „agricoltori” e „livello locale”.
Nel frattempo, la posizione del Parlamento europeo è stata più flessibile, includendo persino la possibilità di remunerare i produttori agricoli per lo scambio delle proprie PRM – e non solo delle sementi – andando oltre la proposta della Commissione, che consente solo lo scambio di sementi in natura.
Secondo il testo approvato dal Parlamento, la Commissione deciderà in seguito la quantità massima di PRM che può essere scambiata tra gli agricoltori senza essere soggetta alle regole.
Un’altra proposta di esenzione dalle regole di commercializzazione riguarda le varietà da conservazione – colture tradizionali adattate alle condizioni locali che rischiano di essere soppiantate dalle varietà moderne.
Alcuni Paesi dell’UE suggeriscono di restringere questa misura per includere solo le „vecchie” varietà da conservazione, escludendo quelle „di nuova generazione”, anch’esse adattate alle condizioni locali.
Tuttavia, la presidenza del Consiglio ha avvertito che l’esclusione delle nuove varietà create dalle comunità di agricoltori le sottoporrebbe a tutte le disposizioni che si applicano alle colture commerciali.
Il Parlamento, invece, sostiene regole meno rigide per l’accesso, la vendita e il trasferimento di varietà da conservazione in „piccole quantità” – 500 grammi per gli ortaggi o fino a 1000 chilogrammi per i tuberi-seme.
Herbert Dorfmann, il membro del Parlamento europeo che ha guidato i lavori sul dossier, ha sottolineato che le reti coinvolte nella conservazione non dovrebbero essere gravate da un’eccessiva burocrazia, poiché i loro sforzi contribuiscono alla biodiversità e alla ricchezza culturale dell’UE.
Le flessibilità proposte sono state criticate da Euroseeds, la lobby dell’industria sementiera europea. In aprile, l’organizzazione ha avvertito che le „numerose deroghe ed esenzioni” mettono a rischio la qualità e il controllo del materiale sementiero in Europa.
Al contrario, il Coordinamento europeo Via Campesina (ECVC), che rappresenta i contadini e i piccoli agricoltori, sostiene che qualsiasi restrizione allo scambio di materiale sementiero da parte degli agricoltori viola il diritto dei produttori di scambiare il materiale raccolto, come affermato in una dichiarazione delle Nazioni Unite del 2018.