L’Osservatorio della filiera agroalimentare dell’UE, di recente istituzione e finalizzato a migliorare la trasparenza dei prezzi e la distribuzione del valore nella filiera agroalimentare, ha tenuto la sua riunione inaugurale mercoledì (17 luglio).
L’iniziativa riunirà attorno allo stesso tavolo 48 operatori della filiera, l’UE e le autorità nazionali, rispondendo alle diffuse richieste di prezzi migliori da parte degli agricoltori.
Durante la prima riunione dell’osservatorio, il commissario europeo per l’Agricoltura Janusz Wojciechowski ha dichiarato che le proteste degli agricoltori all’inizio del 2024 hanno evidenziato un notevole malcontento per il funzionamento della filiera alimentare.
Il lancio del forum è una delle numerose misure annunciate dalla Commissione europea a marzo per far fronte al crescente malcontento degli agricoltori per quello che percepiscono come un compenso ingiusto per il loro lavoro.
Tra queste misure vi è il piano della Commissione per garantire un’equa remunerazione agli agricoltori, migliorare la trasparenza dei prezzi nella catena di approvvigionamento alimentare e intensificare l’applicazione delle norme UE contro le pratiche commerciali sleali (UTP), che colpiscono gli agricoltori e i piccoli produttori alimentari.
L’attuazione della direttiva UTP varia da uno Stato membro all’altro, con alcuni che applicano regole più severe di altri.
Per esempio, la legge spagnola sulla catena alimentare include una clausola contro le „vendite in perdita”, che vieta di pagare gli agricoltori al di sotto dei costi di produzione. Il ministro dell’Agricoltura spagnolo Luis Planas ha chiesto all’UE di adottare un modello simile, una mossa detestata dagli agricoltori ma osteggiata dai rivenditori.
La Francia e la Croazia sono altri Paesi citati come esempi di applicazione rigorosa delle norme UE.
La Commissione intende proporre un pacchetto di misure dopo l’estate per garantire l’applicazione transfrontaliera della direttiva UTP e tutelare le imprese. Tuttavia, all’interno dell’esecutivo UE c’è scetticismo sulla fattibilità di stabilire prezzi minimi per i prodotti agricoli.
La pallottola d’argento
Gli economisti agrari sostengono che non esiste un’unica soluzione al problema della remunerazione degli agricoltori, poiché la questione è legata alla struttura del mercato.
Il professor Jack Peerlings dell’Università di Wageningen e segretario generale dell’Associazione europea degli economisti agrari ha spiegato che l’agricoltura opera in regime di „concorrenza perfetta”, dove molti fornitori devono far fronte a una domanda elevata, costringendo gli agricoltori ad accettare il prezzo di mercato.
Peerlings ha osservato che, sebbene la trasparenza dei prezzi sia fondamentale e possa essere raggiunta attraverso iniziative come l’osservatorio dell’UE, non risolverà necessariamente il problema dei bassi margini per gli agricoltori.
Nei mesi peggiori della protesta degli agricoltori, il presidente francese Emmanuel Macron ha accennato all’introduzione di „prezzi minimi” (prix plancher) per il settore agricolo, ossia prezzi minimi per i produttori imposti a produttori e distributori.
L’economista olandese ha messo in guardia da qualsiasi fissazione dei prezzi dei prodotti agricoli, sostenendo che potrebbe portare a una sovrapproduzione e a squilibri di mercato, ricordando i „laghi di latte” e le „montagne di burro” sperimentati dall’Europa negli anni ’70 e ’80.
I progressi tecnologici, sebbene aiutino gli agricoltori ad aumentare temporaneamente i loro margini, creano un „tapis roulant del mercato”, ha osservato Peerlings, in cui le continue innovazioni portano a cali di prezzo e a tensioni finanziarie per coloro che non riescono a tenere il passo.
Una via d’uscita?
Il professore di economia agraria José María García Alvarez-Coque dell’Universitat Politècnica de València ha sottolineato la complicata attuazione dei prezzi minimi a causa delle severe regole di concorrenza dell’UE.
García ha indicato nello squilibrio del potere contrattuale tra agricoltori e settore della vendita al dettaglio il fattore principale dei prezzi bassi. Ha sottolineato la necessità di una migliore integrazione degli agricoltori nelle grandi cooperative, per migliorare la loro capacità di negoziazione.
L’economista spagnolo ha proposto di migliorare la tracciabilità dei prodotti, per aiutare i consumatori a scegliere i prodotti europei rispetto alle importazioni, e di creare punti vendita alternativi, come i mercati agricoli, per promuovere i prodotti locali.
Sebbene Peerlings sia d’accordo sul fatto che le filiere corte e i mercati di nicchia potrebbero essere redditizi per alcuni agricoltori, ha sottolineato che queste soluzioni non possono essere la regola generale.