Un castello di carta che crolla sotto il peso dell’incertezza finanziaria e geopolitica. E’ questa l’immagine che i sindacati agricoli a dodici stelle scelgono per rappresentare l’ipotesi di accorpare i fondi agricoli della Pac ad altri programmi nel prossimo bilancio Ue a lungo termine. Strappando quindi alla futura Pac la sua linea di bilancio dedicata.
„Senza budget per la Pac, non c’è sicurezza”, hanno gridato le associazioni di settore di vari Stati membri Ue che, guidate dal Copa-Cogeca, sono scese in piazza davanti alle istituzioni europee in una mobilitazione simbolicamente intitolata „The Eu House of Cards”, che ha preso le mosse mentre a Bruxelles Ursula von der Leyen delineava i tratti del prossimo bilancio a lungo termine.
Stando ai documenti sul tavolo di Palazzo Berlaymont, Bruxelles opterà per una struttura più semplice a tre pilastri – piani nazionali definiti tra Stati e Regioni, un Fondo per la competitività e un fondo per l’azione esterna – accorpando in un unico fondo più programmi, come la Pac e la Coesione, che oggi valgono insieme i due terzi del bilancio comunitario. Una rivoluzione in termini di struttura destinata ad animare gli animi.
„Modernizzati e più adatti alle sfide odierne, ma una cosa è molto chiara: Coesione e Pac saranno sempre al centro della nostra Unione”, ha assicurato la presidente della Commissione Ue dal palco dell’annuale conferenza sul bilancio, come a voler rispondere alla rabbia di regioni e agricoltori.
Questa volta nessun trattore ha marciato in direzione di Palazzo Berlaymont, né alcuna mobilitazione si è trasformata in una scena di guerriglia urbana come accadeva un anno fa.
Ma dalle sigle sindacali agricole – tra i presenti anche le delegazioni di Italia, Spagna e Belgio – arriva la promessa che quella di oggi sarà solo la prima di una serie di manifestazioni che vedranno gli agricoltori in prima linea a dar battaglia contro l’idea di togliere alla Pac la sua linea di bilancio dedicata.
„L’Europa si è formata grazie all’agricoltura: vogliamo mantenere una politica europea comune in grado di dare le risposte ai cittadini in uno scenario geopolitico difficile e complesso”, ha spiegato all’ANSA Massimiliano Giansanti, guidando l’iniziativa in quanto presidente di Copa e di Confagricoltura, evocando la necessità non solo di mantenere una politica agricola comune e „non nazionale”, ma anche di riservarvi risorse finanziarie adeguate.
La proposta sul bilancio Ue a lungo termine è attesa non prima di metà di luglio, a cui seguirà a stretto giro quella per la politica agricola comune.
Il confronto tra Bruxelles e le Capitali è appena avviato ma l’interlocuzione è „fondamentale” anche per il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, che ribadisce il ‘no’ al fondo unico „perché in questo momento storico l’agricoltura e l’agroalimentare possono essere un settore di fondamentale importanza per la crescita non solo del sistema italiano legato alla filiera agroalimentare, ma dell’intera Europa”.
Un appello delle associazioni agricole che arriva in un momento in cui il settore è sotto pressione a causa delle tensioni geopolitiche e dei cambiamenti climatici. E che non è immune neppure dagli attacchi della criminalità organizzata.
I numeri sull’Italia del report di Coldiretti, Eurispes e Fondazione Osservatorio agromafie parlano di un business d’affari di oltre 25 miliardi di euro delle agromafie, raddoppiato nel giro di poco più di un decennio, estendendo la sua azione su molteplici asset legati al cibo, dal caporalato, alla falsificazione e sofisticazione dei prodotti alimentari, fino all’usura, al furto e al cybercrime.