„È stata una tragedia epocale, ma, per ora, dallo Stato sono arrivati solo spiccioli”. Gabriele Balestra ha un podere a poco più di 2 km da Forlì: su circa 5 ettari coltiva vitigni per il Trebbiano, mentre sul resto produce pesche nettarine. Dopo l’esondazione del fiume Montone, il 15 maggio 2023, i suoi campi sono stati sommersi da poco meno di un metro d’acqua (60 – 90 cm). La sua azienda non è stata tra le più colpite, racconta, ma, a ottanta giorni dalle alluvioni disastrose che hanno colpito l’Emilia Romagna, sta ancora contando i danni. Come lui, molti agricoltori e cittadini della principale Food Valley italiana
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In molti casi però alle perdite si aggiunge la beffa:
Secondo Coldiretti, le imprese danneggiate sono oltre 21 mila, con per più di 1,1 miliardi di euro. Per il momento però in pochi hanno potuto beneficiare degli aiuti promessi (tra i quali anche quelli del Fondo di Crisi della PAC, la Politica agricola comune, che saranno sbloccati a fine anno). Il solo contributo arrivato agli operatori del settore sono stati i 3mila euro erogati dalla Regione, al quale si dovrebbe aggiungere un saldo di 2 mila euro. Recentemente anche il presidente Stefano Bonaccini ha chiesto un incontro urgente al Governo Meloni per sbloccare i fondi. Gli agricoltori romagnoli però non sono rimasti in attesa con le mani in mano. Il lavoro da fare per salvare i raccolti è moltissimo.
Liberare le radici da melma e fango
Anche quando l’acqua se ne è andata, i coltivatori di Forlì e dintorni non hanno potuto tirare un sospiro di sollievo.
Trattamenti rivitalizzanti difficili e costosi hanno salvato il campo dell’imprenditore non solo dopo le alluvioni, ma anche dalle tempeste di grandine e vento delle ultime settimane.
L’uomo, in ogni caso, è stato più fortunato di altri:
In certi casi lo scenario è apocalittico:
Strade bloccate e paesaggi feriti
In collina, la situazione è diversa ma non meno grave.
La video denuncia
Di recente il tema è arrivato all’attenzione del Commissario straordinario per la ricostruzione dei territori dopo l’alluvione dell’Emilia Romagna, Marche e Toscana, Francesco Paolo Figliuolo. Un video – diventato virale su Facebook – ha lanciato l’allarme.
Stefano Colli, gestore dell’azienda agricola e agriturismo „La Taverna” di Fontanelice, in provincia di Bologna, insieme ad alcuni altri residenti e imprenditori delle frazioni che sorgono lungo la SP33, ha chiesto di riaprire la strada ancora inagibile, a causa delle conseguenze dell’alluvione.
Il Governo ha raccolto l’appello e ha promesso che riapriranno a breve la provinciale. Abitanti e agricoltori sperano però che quello non si tratti di un intervento isolato.