domenica, 29 Giugno, 2025
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Dermatite bovina, sono 3 i focolai tra Sardegna e Lombardia

Due focolai confermati a Orani e Orotelli e altri due in attesa dei risultati dell’Istituto zooprofilatico, a Osidda e Bitti.

Blocco totale della movimentazione dei bovini, nel raggio di 20 chilometri, nelle zone dove è accertata la presenza del virus, con una zona di sorveglianza estesa per cinquanta chilometri.

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Controlli in tutte le aziende da parte dei servizi veterinari delle Asl. Sono queste – in sintesi – le conferme emerse nel corso delle audizioni degli assessori della Sanità e dell’Agricoltura, nella riunione in seduta congiunta delle commissioni Quinta e Sesta, convocate d’urgenza per fare il punto sulla nuova emergenza della sanità animale in Sardegna: la dermatite nodulare bovina.

Una malattia infettiva e contagiosa dei ruminanti, ad alto rischio di trasmissione che, per la prima volta, si è manifestata nell’Isola e in Italia.

Il primo caso accertato a Orani è quello denunciato da un allevatore lo scorso 19 giugno (così ha spiegato l’assessore Bartolazzi) confermato dopo solo due giorni dalle analisi dell’istituto zooprofilatico della Sardegna e quindi dal centro di referenza nazionale per le malattie esotiche, istituito presso l’Izs di Teramo.

Dal 19 giugno è scattato l’allarme, il blocco della movimentazione del bestiame, l’attivazione dei controlli del servizio veterinario, la disinfezione mentre il 23 giugno si è riunita l’unità di crisi del ministero dell’Agricoltura.

L’impegno è su più fronti: gestire l’emergenza, limitare i danni e conoscere la cause dell’infezione, ipotizzando fin da subito soluzioni per la sua eradicazione.

La malattia sarebbe arrivata dal Nord Africa, dove alcuni allevamenti risultano infetti, attraverso un insetto vettore (tafani, mosche, zanzare, zecche) che avrebbe quindi „trasportato” il virus da un animale infetto del Maghreb a uno sano in Sardegna (i tempi di incubazione della malattia sono tra i 4 e i 7 giorni).

In attesa delle risultanze delle indagini entomologiche, attualmente in corso, l’assessore auspica che possa trattarsi della zecca, per ragioni legate ad una minore volatilità rispetto alla zanzara o alla mosca, e quindi all’efficacia delle operazioni di disinfezione.

Per quanto attiene la profilassi si ipotizza il ricorso al vaccino („esiste ed è prodotto in Europa e si tratta di un vaccino a virus vivo attenuato”, ha affermato l’assessore della Sanità) ma le decisioni, trattandosi di una malattia di tipo A (malattie non presenti nell’Ue e per cui è richiesta l’eradicazione immediata) saranno concordate con il ministero e in linea con i dettati di Bruxelles (i commissari dell’Unione Europea sono già in Sardegna nelle aree dove sono stati accertati i casi di dermatite bovina, ha dichiarato l’assessore Bartolazzi).

L’assessore dell’Agricoltura, Gianfranco Satta, ha stimato in circa 5 milioni di euro l’ammontare dei sostegni da destinare agli allevatori soggetti al blocco della movimentazione. Movimentazione – ha precisato l’assessore Bartolazzi – che al momento è consentita all’interno di aree dove non è stata registrata la presenza di casi di bovini infetti, ma soltanto previa certificazione clinica.

La prossima settimana è in programma una riunione con tutte le organizzazione agricole, gli enti e le agenzie interessate (servono azioni coordinate, tempestive, mirate ed efficaci, è la parola d’ordine degli assessori e dei commissari dei parlamentini di Sanità e Agricoltura).

Caso di dermatite bovina in allevamento mantovano, sequestrato

Un allevamento di bovini da carne di Porto Mantovano è stato sequestrato dopo che ieri il Centro di Referenza nazionale ha rilevato un caso di positività alla dermatite nodulare contagiosa o Lumpy Skin Disease (LSD) in uno degli animali campionati.

Le analisi sono state eseguite dopo che il 21 giugno è risultato affetto un bovino di un allevamento sardo dal quale provenivano animali giunti in due aziende della Lombardia, una in provincia di Mantova e una di Cremona.

Lo hanno spiegato le direzioni Agricoltura e Welfare della Regione. I veterinari di Ats Val Padana, quindi, hanno eseguito operazioni di rintraccio dei capi, visite cliniche ed accertamenti diagnostici inviati al Centro di Referenza nazionale.

Alla luce del caso positivo sono state immediatamente attivate tutte le misure previste dalle norme vigenti, quindi sequestro e blocco dell’allevamento e creazione di zone di restrizione, più precisamente la zona di protezione di 20 chilometri e la zona di sorveglianza di 50.

Nel frattempo sono iniziati controlli di tutti gli animali arrivati dalla Sardegna per accertare i contagi da dermatite nodulare, malattia non normalmente presente nell’Unione Europea che non colpisce l’uomo né direttamente né attraverso il consumo di carni e latte, per cui è richiesta in caso di insorgenza l’eradicazione immediata.

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