In genere ci vogliono anni per vedere gli effetti dei cambiamenti della gestione del suolo su resa e qualità delle produzioni. Il 2022 è stato però un anno particolare, caratterizzato da siccità e record termici.
Un problema per i produttori che si è rivelato un vantaggio per il progetto di ricerca „Black to the Future” (v. Dossier Carbon Farming su TV 28) sostenuto da Eit Food e coordinato da Caviro. Il 10 novembre sono illustrati i risultati finali in un convegno moderato da Terra e Vita alla Fiera Ecomondo/Key Energy di Rimini e l’impatto positivo ha superato decisamente le aspettative.
Nero di Troia di qualità
Un effetto determinato dalla maggiore disponibilità idrica assicurata alle piante dai suoli dove questi prodotti sono stati distribuiti.
Suoli più fertili
Risultati confermati anche nelle applicazioni in vertical farming compiute da Maarten Vandecruys di Urban Crops Solutions in Belgio e in nei primi approcci di Michalakis Christoforou della University of Technology di Cipro su melograno.
La chiave contro il climate change
Black to the future ha messo insieme i ricercatori di 4 paesi europei proprio per dimostrare la possibilità di coniugare tecniche carbon negative, reddito e qualità delle produzioni.
Boom del compost, biochar da ottimizzare
I prezzi di prodotti come l’urea sono andati alle stelle spingendo molti produttori a spostarsi verso gli organici. È aumentato in particolare il ricorso al compost, le cui caratteristiche dipendono dal tipo di biomassa utilizzata per la produzione.
«I produttori hanno imparato a riconoscere il compost di qualità e i risultati ottenuti non li fanno tornare indietro».
Gli investimenti nella produzione di Acfa (ammendante compostato da filiera alimentare) permettono ora di chiudere il cerchio, riportando in campo ciò che viene tolto nel processo di produzione.
L’opportunità di abbinare il biochar al compost è oggi favorita dalla sua recente regolamentazione come fertilizzante e dalla prossima possibilità di accedere al regime dei crediti di carbonio.
Il processo di pirolisi necessario per produrlo può però far sballare i conti sia sul fronte della sostenibilità che su quello economico. Il modello studiato da Caviro punta al riutilizzo degli sfalci delle potature dei vigneti e dei frutteti e all’adozione di tecnologie affidabili e convenienti grazie allo sviluppo di economie di scala.