sabato, 2 Dicembre, 2023
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Agroforestazione, coltivare come in una foresta per salvare la biodiversità

Unire una produzione agricola efficiente alla tutela della biodiversità. È la missione di Soul Food Forest Farms Hub Italia, un’impresa sociale di oltre 200 volontari che sta realizzando un esperimento di agroforestazione nella periferia di Milano.

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Si tratta di una „pratica rigenerativa”, spiega Alessandro di Donna, uno dei fondatori, e consiste nella coltivazione all’interno della stessa area di piante da frutto, insieme con alberi e arbusti tipici della flora boschiva naturale del luogo.

Tra i filari di salici, meli, peschi quindi, si trovano ribes josca, lamponi, mirtilli e altri esemplari della vegetazione locale.

Con questa stratificazione, massimizziamo la fotosintesi e la cattura di CO2, permettiamo al terreno di non impoverirsi e proteggiamo gli habitat delle specie autoctone”.

Con la Direttiva europea sul ripristino della Natura, in via di approvazione a Bruxelles, praticare questa tecnica potrebbe diventare una risorsa importante.

Proveniente dal Sudamerica, l’agroforestazione non è ancora molto diffusa in Italia, ma sta diventando sempre più conosciuta e popolare, soprattutto nel Nord.

“Stiamo coinvolgendo sempre più aziende, impegnate in un percorso verso la transizione ecologica, che finanziano la messa a dimora di alberi. Il nostro obiettivo però – aggiunge il 33enne cofondatore di Soul Food Forest Farms Hub Italia – è restituire uno spazio alla comunità e ai quartieri. I cittadini si prendono cura dei campi e ne raccolgono frutta e verdura”.

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Dalla sua nascita nel 2019, con un terreno di soli 10 ettari abbandonati nel Parco della Vettabbia, a sud di Milano, Soul Food Forest Farms è cresciuta notevolmente. Ora ha una superficie di quasi 20 ettari, con oltre 2.500 alberi. Le ricadute sugli ecosistemi dell’agroforestazione hanno incuriosito anche gli esperti.

Il progetto POEMA (Progetto Ornitologico e Entomologico Monitoraggio Agroforestale) “da quattro anni monitora le popolazioni di farfalle, libellule e uccelli, mettendo in luce le differenze di convivenza rispetto alle aree agricole convenzionali.

“Tutti questi aspetti sono particolarmente importanti in un contesto peri-urbano – spiega Di Donna – dove la biodiversità è fortemente ridotta e poche specie, le più competitive, tendono a prevalere, rendendo le comunità animali e vegetali più vulnerabili”.

L’Università degli Studi di Milano invece sta valutando, con un approccio interdisciplinare, i contributi sulle comunità e i volontari.

“Facilitare la nascita di agroecosistemi più complessi e biodiversi, anche in termini umani, per noi è una strategia guida per rigenerare i margini della città”, afferma il fondatore della cooperativa.

Per maggiori informazioni sull’agroforestazione consultate il sito di Soul Food Forest Farms o contattateli via email al seguente indirizzo.

Fonte dell'articoloeuractiv.it
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