In Italia si contano già quasi 1,6 milioni di impianti, destinati ad aumentare con gli 1,1 miliardi di contributi previsti dal Pnrr. Con il bando chiuso un mese fa presentate domande per 920 milioni, nella stragrande maggioranza provenienti dal Mezzogiorno. Ad EIMA International il punto sulle nuove opportunità.
Gli impianti agrivoltaici sono ormai una realtà affermata anche in Italia. Sul territorio nazionale se ne contano quasi 1,6 milioni.
Ma la diffusione di questi sistemi per la produzione di energia è destinata a diventare più capillare grazie agli incentivi previsti dal Pnrr, che ha messo a disposizione 1,1 miliardi. Un mese fa si è chiuso il bando per accedere ai benefici previsti.
Le domande – per un totale di 920 milioni – sono arrivate soprattutto (56%) dalle regioni del Mezzogiorno. Si aprono quindi nuove prospettive di sviluppo, a patto che gli impianti nascano dall’integrazione con le colture.
Se ne è parlato al workshop sul tema „Meccanizzazione e sistemi agrivoltaici: problemi e opportunità”, promosso da Itabia, associazione italiana biomasse, nell’ambito della 46esima edizione di Eima, la rassegna mondiale delle macchine per l’agricoltura e per il giardinaggio in svolgimento a Bologna.
L’incontro è stato organizzato con l’obiettivo di rispondere alle tante domande che si pongono gli imprenditori agricoli.
Tra i relatori, Alberto Assirelli, dirigente di ricerca Crea, che ha illustrato le interazioni potenziali tra le macchine e gli impianti, e Danilo Monarca, docente di meccanica agraria all’Università della Tuscia, che si è soffermato sul tema della sicurezza e della formazione per gli operatori.
Indispensabile, secondo i relatori, che negli impianti agrivoltaici, estesi anche per decine di ettari, si evitino interazioni dirette e si riducano al minimo quelle indirette per non compromettere la produzione sia delle colture che dell’energia.