In Puglia negli ultimi 10 anni il numero delle aziende agricole è diminuito del 29,6%, in pratica di un terzo. È un dato che fa riflettere, anche se in linea con la media nazionale (-30,1%), e che in qualche modo è connesso a un altro elemento statistico, cioè l’aumento della superficie agricola media per azienda, cresciuta dai 7,9 ettari del 2010 agli 11,1 ettari attuali.
È quanto emerge dai primi dati resi disponibili dall’Istat sul 7° Censimento generale dell’agricoltura italiana.
Censimento: Puglia prima per imprese nel primario
La Puglia resta però la regione italiana con il maggior numero di imprese nel settore primario: sono 191.430, pari a quasi il 17% delle imprese italiane dello stesso comparto, che complessivamente ammontano a 1.133.023.
«A soffrire di più, nell’ultimo decennio, sono state le imprese di piccole dimensioni – dichiara Gennaro Sicolo, presidente di Cia Puglia e vicepresidente nazionale di Cia Agricoltori Italiani, commentando i dati Istat –. Sono stati compiuti alcuni importanti passi in avanti per la creazione di nuovi consorzi, organizzazioni di produttori e cooperative, ma bisogna insistere, perché l’aggregazione e il fare sistema sono gli strumenti più importanti per assicurare agli imprenditori agricoli le risorse indispensabili ad accrescere redditività, innovazione, competitività sui mercati, potere contrattuale nei confronti di industria e Gdo».
Cia Puglia: Bisogno di un Recovery Fund agricolo
In generale, rileva Sicolo, a Puglia ha mostrato una buona tenuta, in confronto ad altre regioni, ma gli imprenditori agricoli per andare avanti spesso hanno dovuto indebitarsi, resistere con le unghie e coi denti, fare sacrifici.
C’è bisogno di un Recovery Fund agricolo, di uno sforzo straordinario dell’Ue per sostenere un settore fondamentale da tutti i punti di vista, poiché dall’agricoltura dipendono assetti strategici decisivi per contrastare i cambiamenti climatici, intervenire sulla questione idrica, velocizzare la transizione ecologica, completare il processo che dovrà portarci all’indipendenza energetica e all’autosufficienza alimentare. Il 2022, finora, è stato uno degli anni peggiori per l’agricoltura pugliese.
Troppe aziende agricole versano in condizioni di grandissima sofferenza: alle difficoltà dei prezzi al ribasso riconosciuti alle produzioni, infatti, si sono aggiunti i rincari folli di energia, gasolio e materie prime che hanno fatto schizzare in alto i costi di produzione. Come se non bastasse, anche gli eventi climatici estremi sono aumentati sia nel numero sia nella frequenza e nei danni conseguenti.
Il consumo di suolo, meno che in Italia
In Puglia la Superficie agricola totale (Sat) è diminuita dell’1,8%, un decremento molto meno rilevante della media nazionale che si attesta a -3,6%, mentre la Superficie agricola utilizzata (Sau) registra una decrescita di appena lo 0,2%, mentre la media nazionale è del -2,5%.
«In Puglia, però, – conclude Sicolo – ciò che preoccupa fortemente è la contrazione che potrebbero subire alcune coltivazioni. Il 2022 rischia di essere un anno da ricordare per il calo generalizzato delle rese di grano duro, pomodoro da industria, uva, olive e prodotti del comparto ortofrutticolo».