venerdì, 13 Giugno, 2025
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Il ceraseto del futuro lo si può visitare già nel presente

Quasi 150 persone, fra tecnici, agricoltori, operatori della filiera, hanno partecipato ieri 10 giugno 2025 alla visita nel nuovo ceraseto sperimentale di Salvi Vivai a Portomaggiore (Ferrara).

Con l’organizzazione impeccabile che sempre contraddistingue gli eventi di Salvi, gli ospiti hanno potuto vedere a confronto diverse varietà di ciliegie, con portinnesti differenti, sotto due tipi di copertura e con diversi sesti di impianto.

„Sono quasi 20 anni che ci dedichiamo alla sperimentazione di impianti super-intensivi, con la raccolta che non necessita di scale – ha esordito Silvia Salvi – Il nostro approccio è sempre scientifico. E la collaborazione con l’Università di Bologna è una garanzia per una valutazione rigorosa dei risultati che si ottengono”.

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Così è stato anche durante le visite in campo: i ricercatori hanno spiegato i pro e i contro di ogni sistema adottato, illustrando i risultati positivi ottenuti e quelli negativi, in modo che ognuno potesse farsi un’idea per applicare poi le conoscenze acquisite presso la propria azienda.

„Quest’anno, la produzione di ciliegie è carente in quasi tutte le zone produttive europee – ha aggiunto Salvi – Però, ad esempio, sia da noi, sia presso diversi agricoltori del nord d’Italia, le varietà del gruppo Sweet protette a dovere presentano una produzione soddisfacente, nonostante la primavera molto piovosa”.

Grande attenzione ha destato la vista del nuovo impianto di ciliegio a candelabro. Questo sistema di allevamento, studiato per migliorare la produttività e ottimizzare la gestione colturale, rappresenta una risposta concreta alle sfide operative legate alla riduzione della manodopera e alla sostenibilità economica delle aziende frutticole moderne.

„Il sesto di impianto è di 3,30 metri fra le file e 1,50 metri sulla fila, per cui servono 2020 piante per ettaro – ha affermato Jacopo Diamanti, responsabile Ricerca e Sviluppo di Salvi Vivai – rispetto alle 6060 piante a ettaro del super-intensivo tradizionale. La resa produttiva, però, è all’incirca equivalente”.

Sono state inoltre presentate le nuove varietà Nimba (COV) e Areko (COV), selezionate da Salvi Vivai per estendere il calendario produttivo.

Nel corso della giornata, sono intervenuti cerasicoltori anche esteri: Francia, Germania, Svizzera, Moldavia e Grecia le principali nazioni di provenienza oltreconfine. Le visite guidate, oltre che dai tecnici di Salvi, sono state guidate dai ricercatori del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari – DISTAL dell’Università di Bologna, partner scientifico dell’iniziativa.

Fra le protezioni, sono state confrontate il monoblocco e il monofila. Attualmente, il costo per il monofila è di 67mila euro/ettaro, manodopera compresa e piante escluse, mentre per il monoblocco ammonta a 64mila euro/ettaro, anche in questo caso piante escluse.

„I teli antipioggia sono indispensabili e hanno salvato buona parte della produzione – ha detto il ricercatore Lorenzo Bergonzoni – Però, quando piove in maniera eccessiva, le ciliegie possono subire cracking a causa della troppa acqua assorbita dalle radici”.

La protezione dagli insetti si è rivelata sempre efficace, così da ridurre al minimo i trattamenti, eseguiti comunque molto precocemente rispetto alla raccolta.

„L’innovazione varietale e delle tecniche agronomiche è indispensabile per rimanere competitivi sui mercati – ha affermato Andrea Bagnolini, direttore commerciale Salvi Vivai – e negli ultimi anni abbiamo aumentato la nostra offerta con varietà come Nimba, Areko, Royal Helen, Royal Lafayette.

È in previsione la realizzazione di un ulteriore campo sperimentale con un sesto di impianto di 3.3 metri x 1 metro, con 3030 piante a ettaro, una via di mezzo quindi fra quello che si può vedere oggi”.

„Dagli sudi effettuati dall’università di Bologna – ha proseguito Bagnolini – Un impianto ad altissima densità può permettere un rientro sull’investimento già al settimo anno, molto più velocemente rispetto a un impianto tradizionale.

Il giusto mix fra varietà, forma di allevamento, tecnica agronomica permette di ottenere ciliegie di grosso calibro e ridurre i costi della manodopera, in quanto servono meno ore di lavoro a ettaro”.

„Quando si entra nell’ottica di questo genere di impianti non è poi difficile condurli nella maniera migliore – ha affermato Guido Poli, responsabile agronomico delle aziende Salvi – Qui abbiamo due ettari sperimentali, tutti protetti, con varietà diverse per effettuare dei confronti, anche per quello che concerne le forme di allevamento.

E riusciamo a ottenere ottimi risultati. Per un’azienda agricola che, ad esempio, coltiva uno o due ettari razionalmente e scegliendo la formula migliore per la propria realtà, tutto diventa più facile”.

Fonte dell'articolofreshplaza.it
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