venerdì, 29 Marzo, 2024
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Frutteto, tornano utili i trattamenti al bruno

Prevenire conviene e le nuove conoscenze scientifiche lo confermano. Abbassare il potenziale di inoculo con i trattamenti invernali torna al centro delle strategie di difesa del frutteto perchè consente di fare fronte alla recrudescenza di malattie in passato secondarie e perchè consente di evitare che il climate change provochi esplosioni infettive in primavera.

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I trattamenti anticrittogamici da eseguire al bruno sono stati nel tempo considerati di minore importanza e talvolta tralasciati.

Negli ultimi anni la recrudescenza di alcune malattie in passato considerate secondarie unite alle temperature miti sempre più prolungate in autunno e inverno in seguito al cambiamento climatico in atto, come le nuove conoscenze scientifiche relative alla capacità di svernamento di alcuni agenti patogeni sia delle pomacee come delle drupacee portano sempre a considerare l’importanza dei trattamenti al bruno con lo scopo di abbassare il potenziale di inoculo dei patogeni e alleggerire la pressione infettiva svernante dei patogeni e aumentare l’efficacia dei trattamenti nella primavera successiva.

Gli interventi sulle drupacee

Prima della completa caduta delle foglie è sempre possibile intervenire per ridurre la carica di inoculo di Taphrina deformans agente della bolla del pesco.

Due trattamenti al bruno con Ziram, Captano o prodotti rameici quali poltiglia bordolese, ossicloruro di rame o idrossido di rame sono in grado di abbassare il potenziale di inoculo del fungo che in questa fase, con condizioni climatiche particolarmente umide, si mantiene attivo moltiplicandosi per gemmazione ridistribuendosi sulla pianta.

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Gli stessi trattamenti, su ciliegio albicocco e susino hanno valenza anche nei riguardi altri patogeni fungini minori quali Venturia carpophyla, agente di nerume e Corineum beijerinkii agente del corineo o batterici quali (Xanthomonas arboricola pv. pruni agente di maculatura batterica su susino, pesco.

Nei pescheti, specialmente in quelli di percoche, particolarmente suscettibili ai cancri rameali causati da Fusicoccum amygdali, è possibile eseguire trattamenti a base di ziram, Sali di rame o captano in concomitanza di periodi piovosi o di nebbie persistenti. Ciò al fine di prevenire la contaminazione delle gemme nel punto di inserzione del picciolo al momento del suo distacco.

Gli interventi e quelli per le pomacee

Nei meleti e nei pereti fino ad ora non trattati, è consigliabile intervenire rapidamente per prevenire lo sviluppo di cancri rameali causati da Nectria gallligenaSphaeropsis malorum e Phomopsis mali, con trattamenti a base di sali di rame. Gli stessi trattamenti hanno attività anche nei confronti di Erwinia amylovora e di Pseudomonas syringae pv. syringae agenti rispettivamente di colpo di fuoco batterico su pero e melo e necrosi delle gemme su pero.

Di norma i trattamenti fitosanitari devono essere preceduti o comunque accompagnati da una accurata potatura. Buona parte di questi agenti patogeni trova possibilità di svernamento sui tessuti vegetali che si sono infettati durante la stagione vegetativa precedente e sicuramente fungerebbero da fonte di inoculo per la stagione successiva.

Una attenta ispezione del frutteto consentirebbe, durante la fase di potatura, di eliminare i rametti dell’anno infetti. Nel caso di E. amylovora, questi tuttavia se lasciati a terra o trinciati rappresentano sempre una fonte di inoculo. È necessario pertanto trasportarli fuori dalla azienda e bruciarli.

Con le operazioni di potatura e specialmente sui grossi tagli, è altamente raccomandata l’applicazione di paste cicatrizzanti e la disinfezione degli attrezzi d taglio con ipoclorito di sodio o sali quaternari di ammonio. È oltremodo opportuno ricordare che i Sali di rame non possono superare complessivamente i 4 kg di ione rame /ha/anno.

Fonte dell'articoloterraevita.edagricole.it
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