Il motore di centro-destra dell’UE è pronto a vincolare i fondi alle riforme politiche nel contesto del bilancio a lungo termine dell’Unione.
Dopo che Euractiv ha riferito che il Partito Popolare Europeo (PPE) si stava muovendo per opporsi al piano di Ursula von der Leyen, esponente dello stesso PPE, di vincolare i fondi dell’UE alle riforme politiche, il partito ha ceduto.
Il campo di battaglia: il 16 e il 23 luglio l’esecutivo dell’UE presenterà una proposta su come dovrebbe essere strutturato il bilancio dell’Unione da 1,2 trilioni di euro per il periodo 2028-2034.
Il PPE afferma ora che il modello delle riforme politiche in cambio di denaro è accettabile, ma solo „se tali riforme si dimostrano proporzionate, ben calibrate, direttamente collegate alle politiche rilevanti dell’Unione e stabilite al livello appropriato”, come si legge nel documento finale di posizione. Il documento è stato approvato dal gruppo mercoledì scorso e visionato da Euractiv.
L’approccio si discosta dalla bozza precedente, in cui il gruppo „respinge qualsiasi tentativo di centralizzazione” ispirato dal programma di prestiti da 650 miliardi di euro per la ripresa post-COVID-19, che vincolava tranche di fondi dell’UE ai piani di riforma approvati da Bruxelles.
Le regioni e gli agricoltori non devono essere svantaggiati
A differenza della Germania, che ha suggerito di sospendere i sussidi dell’Unione per le regioni più povere se le riforme nazionali non sono sufficienti, il PPE afferma che „le autorità locali e regionali non possono essere penalizzate o ritenute responsabili per le riforme che non vengono attuate a livello nazionale”.
Il partito ha suggerito che le riforme legate ai finanziamenti dell’UE dovrebbero essere specifiche sia per l’area politica che per il livello di governo.
„Sarebbe ingiusto, ad esempio, se gli agricoltori perdessero i finanziamenti semplicemente perché il loro governo non è riuscito ad implementare una riforma fiscale”, ha spiegato l’uomo di punta del PPE riguardo al bilancio, Siegfried Mureșan.