La Commissione europea ha presentato una serie di idee volte a sostenere gli agricoltori nella filiera alimentare in un documento condiviso con gli Stati membri dell’UE, rispondendo alle richieste espresse dai coltivatori nelle recenti proteste per un compenso più equo per il loro lavoro.
Il documento, condiviso con i Paesi dell’UE venerdì (15 marzo) e visionato da Euractiv, riconosce che un „piccolo numero di grandi aziende” domina l’industria alimentare mentre il settore agricolo rimane altamente frammentato e composto principalmente da piccole e medie imprese, lasciando gli agricoltori in una posizione debole.
„Anche le aziende agricole più grandi si trovano spesso in una posizione vulnerabile nella filiera agroalimentare a causa del limitato potere contrattuale nei confronti di attori più forti e altamente concentrati”, si legge nel documento redatto dalla Commissione, che definisce i rivenditori alimentari come „guardiani dei mercati di consumo”.
Inoltre, il testo sottolinea altre sfide affrontate dagli agricoltori, come la natura stagionale e ciclica della produzione agricola, nonché le incertezze legate a condizioni meteorologiche sfavorevoli.
„Mentre i rischi aziendali sono inerenti a tutte le attività economiche, l’agricoltura è particolarmente soggetta alle incertezze”, aggiunge il documento.
Applicazione transfrontaliera
Per affrontare questi problemi, la Commissione europea presenta misure non legislative immediate, tra cui la creazione e il lancio di un osservatorio per monitorare le pratiche commerciali, i margini e i costi nella filiera agroalimentare dell’UE, con la riunione inaugurale prevista per giugno.
Inoltre, dopo l’estate, l’esecutivo dell’UE prevede di introdurre nuove regole per garantire l’applicazione transfrontaliera della direttiva UE sulle pratiche commerciali sleali (UTP), che vieta alcuni comportamenti abusivi da parte dei grandi acquirenti nei confronti degli agricoltori.
Le misure aggiuntive prenderebbero di mira le multinazionali del settore alimentare e della vendita al dettaglio che aggirano la legislazione sulle pratiche sleali operando in più Stati membri dell’UE.
Il governo francese, per esempio, ha ripetutamente chiesto un rafforzamento di queste disposizioni poiché consentono ai rivenditori di trasferire i propri centri di acquisto da paesi in cui la legislazione nazionale è più severa, come la Francia, a stati membri dove le regole sono più favorevoli.
Il presidente francese Emmanuel Macron ha chiesto maggiori tutele per i produttori alimentari attraverso una legge „Egalim” europea, un riferimento alla legislazione francese che regola le negoziazioni commerciali con supermercati e produttori.
La proposta cercherà inoltre di conferire maggiori poteri alle autorità nazionali di controllo nei casi transfrontalieri e di garantire la cooperazione e lo scambio di informazioni tra i diversi Stati membri.
Inoltre, la Commissione valuterà l’attuazione della direttiva sulle pratiche commerciali sleali nella filiera agroalimentare in una relazione che sarà pubblicata ad aprile. Nel 2025 effettuerà una valutazione approfondita delle norme e, se necessario, proporrà modifiche legislative.
Un’altra misura presa in considerazione è quella di modificare il regolamento sull’organizzazione comune dei mercati (OCM) dell’UE, in una proposta che potrebbe essere pubblicata a maggio.
Ciò potrebbe comportare il rafforzamento delle regole per i contratti tra agricoltori e acquirenti, il sostegno alle associazioni di agricoltori e alle organizzazioni di produttori e l’incoraggiamento di programmi volontari di commercio equo e solidale per garantire che gli agricoltori siano pagati equamente senza gravare sulle imprese.
Reazioni positive
Le proposte hanno raccolto reazioni positive da parte dei gruppi agricoli, con il Copa-Cogeca, la lobby agricola più influente dell’UE, che ha accolto favorevolmente le misure sottolineando la necessità di „maggiore trasparenza nel funzionamento della catena alimentare” e di „riduzione degli oneri amministrativi”.
„Ci auguriamo che sia il Consiglio [dell’UE] che il Parlamento europeo possano procedere rapidamente con l’analisi delle proposte in questo settore”, ha affermato il Copa-Cogeca in un comunicato stampa.
A commenti simili ha fatto eco Camille Perrin, funzionaria senior presso l’organizzazione europea dei consumatori BEUC, che ha detto a Euractiv che è necessaria maggiore trasparenza riguardo a dove va a finire il denaro dei consumatori se non raggiunge gli agricoltori.
„Ci sono attori avidi nella catena che si prendono una fetta della torta maggiore di quanto ragionevolmente dovrebbero?” si è chiesto Perrin, il quale ha spiegato che la creazione di un osservatorio potrebbe fare chiarezza su questo tema.
Le organizzazioni agricole francesi FNSEA e Jeunes Agriculteurs hanno elogiato gli sforzi della Commissione per affrontare le vulnerabilità degli agricoltori nella catena alimentare e la loro situazione finanziaria, sottolineando in particolare l’importanza di impedire ai gruppi multinazionali di acquisto di eludere le leggi dell’UE sulle pratiche sleali.
Anche il ministero francese dell’Agricoltura ha elogiato la proposta di nuove norme sull’attuazione transfrontaliera della direttiva sulle pratiche commerciali sleali, che a suo avviso è in linea con le richieste della Francia.