La crisi energetica e il caro bollette rischiano di compromettere la situazione finanziaria di aziende siciliane dalla storia lunga e prestigiosa. È il caso di Latterie Ragusane, la coop di con più di 90 dipendenti, a cui gran parte degli allevatori della Sicilia Sud orientale conferisce il latte prodotto, per la maggior parte, nel territorio ibleo.
Centinaia di soci conferitori confidano, quindi, in queste entrate per il sostentamento delle proprie famiglie e per il mantenimento della propria attività. Oggi, proprio a causa del caro-energia (nel giro di un anno gli importi delle bollette sono più che triplicati), „Latterie Ragusane” rischia di chiudere i battenti.
Con il caro-bollette, la zootecnia siciliana rischia, dunque, il tracollo. «C’è infatti – spiega Christian Maretti, presidente nazionale di Legacoop agroalimentare – un aspetto della vicenda da non dimenticare: un’azienda manifatturiera può sempre ricorrere agli ammortizzatori sociali per i propri dipendenti, la zootecnia no. Le mucche, ricordiamolo, non vanno in cassa integrazione.
Non possono smettere di produrre. Ecco perché „Latterie Ragusane” è tra le prime del settore agroalimentare siciliano ad accusare il colpo pesantissimo derivato dai costi dell’energia elettrica arrivati alle stelle.
Ad aggravare la situazione si aggiunge il fatto che Enel finora non ha mostrato reale disponibilità a rateizzare le ultime pesantissime fatture (per il periodo compreso tra giugno e agosto le fatture ammontano a circa 600 mila euro) pur in presenza di un credito Iva di oltre un milione di euro che la coop sarebbe anche disposta a cedere a copertura del debito.
Per ben tre volte, infatti, Enel ha rispedito al mittente la richiesta avanzata dai vertici di Latterie Ragusane di „spalmare” su più mensilità gli importi da capogiro, ritenendo le proposte non accettabili.