L’accordo per l’esportazione del grano dal Mar Nero deve essere mantenuto in vigore. Questo l’appello lanciato dal presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky, secondo riferito da RBC.
I porti ucraini che in questo anno sono stati coinvolti dall’accordo sono Chornomorsk, Yuzhny e Odessa.
Mantenere l’accordo anche senza la Russia
Secondo il presidente ucraino, „anche senza la Russia, bisogna fare di tutto affinché l’Ucraina possa utilizzare il corridoio del Mar Nero”.
Intanto, dopo l’annuncio fatto questa mattina dal portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, la missione russa alle Nazioni Unite ha affermato che la decisione di Mosca di ritirarsi dall’accordo sul grano è „definitiva”.
Secondo la missione, citata dall’agenzia di stampa russa Ria Novosti, proprio per questo motivo non sono previsti altri colloqui per discutere di una proroga dell’iniziativa.
Secondo quanto riferisce invece Reuters, citando una lettera inviata da Mosca all’Organizzazione marittima internazionale (IMO), il ritiro dell’accordo significa che “le garanzie per la sicurezza della navigazione fornite dalla parte russa saranno revocate”.
In base al documento citato da Reuters, Mosca ha anche affermato che „saranno intraprese azioni proattive necessarie e misure di risposta per neutralizzare le minacce poste dal regime di Kiev nell’area, considerando le continue provocazioni armate e i tentativi di attaccare obiettivi militari e civili russi”.
Putin vuole affamare il mondo
Dall’Europa agli Stati Uniti è unanime la condanna nei confronti della Russia, la cui decisione mette a serio rischio le forniture di grano a livello globale.
La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha condannato con forza „la mossa cinica” della Russia di porre fine all’Iniziativa per i cereali del Mar Nero, nonostante gli sforzi delle Nazioni Unite e della Turchia.
Condanna anche da parte del cancelliere tedesco Olaf Scholz, che in un commento ai giornalisti da Bruxelles, dove si è aperto il vertice tra UE e la Comunità degli Stati latinoamericani e caraibici (CELAC), ha affermato che la sospensione dell’accordo sul grano è un „cattivo messaggio al resto del mondo”.
Da parte sua l’Alto rappresentante Ue per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, ha definito la decisione della Russia „completamente ingiustificata”.
L’ambasciatore degli Stati Uniti all’ONU, Linda Thomas-Greenfield ha definito „un atto di crudeltà” la decisione della Russia di non prorogare l’accordo sul grano.
Erdogan spera ancora in un ripensamento da parte di Putin
La Turchia, che nei giorni scorsi aveva in un primo tempo annunciato la disponibilità di Mosca a prorogare l’accordo per poi essere smentita dal Cremlino, sta cercando di portare avanti la sua mediazione. Come affermato dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan nelle prossime ore potrebbe esserci un colloquio con l’omologo russo Vladimir Putin, per discutere delle possibilità di prorogare l’intesa.
Parlando ai giornalisti prima della sua partenza alla volta dell’Arabia Saudita, prima tappa di un tour nella regione del Golfo, Erdogan ha affermato che i ministri degli Esteri turco e russo, rispettivamente Hakan Fidan e Sergei Lavrov, discuteranno al telefono dell’accordo sul grano del Mar Nero.
Le conseguenze della fine dell’accordo sul grano
Secondo quanto riferisce il quotidiano statunitense The New York Times, la decisione di Mosca potrebbe avere conseguenze sull’inflazione dei beni alimentari a livello globale, portando nuovamente a un’impennata dei prezzi del grano con gravi conseguenze per i Paesi dell’Africa e in generale per i Paesi più poveri grandi importatori di cereali.
Come sottolinea il quotidiano, i futures sul grano di Chicago, un barometro per i prezzi globali del cereale, sono aumentati di oltre il 4% dopo la decisione di Mosca di non prorogare l’accordo raggiunto nel luglio del 2022.
La Black Sea Grain Initiative è stata lanciata un anno fa per alleviare una crisi alimentare globale dopo l’invasione russa dell’Ucraina, quando la Russia ha impedito alle navi di trasportare il grano del paese fuori dai suoi porti sul Mar Nero.
Dall’accordo, raggiunto in modo separato da Ucraina e Russia con Nazioni Unite e Turchia, i prezzi dei prodotti alimentari sono scesi di oltre il 23% rispetto al picco del marzo 2022, secondo l’Indice dei prezzi alimentari dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, che ha registrato un calo mensile costante nell’ultimo anno.
Secondo l’Onu, l’accordo ha consentito l’esportazione di oltre 35 milioni di tonnellate di prodotti alimentari vitali dai porti ucraini sul Mar Nero verso 45 paesi di tre continenti.
Con i porti del Mar Nero chiusi di nuovo, l’Ucraina potrebbe dover raddoppiare l’uso di rotte alternative per poter esportare il grano, inclusa l’esportazione attraverso il fiume Danubio, e via terra su camion e treni.
Intanto, secondo un’analisi condotta da Coldiretti su dati del Centro Studi Divulga, con la mancata proroga dell’accordo sul grano verranno a mancare dai mercati mondiali ben 32,8 milioni di tonnellate di grano, mais e olio di girasole che sono partiti dai porti Ucraini del Mar Nero nell’anno di attuazione dell’intesa.
Secondo Coldiretti a beneficiare dell’accordo del luglio 2022 sono state la Cina (24%), la Spagna (18%), la Turchia (10%) e l’Italia (6%), ma ha portato benefici ad almeno 53 Paesi a rischio sicurezza alimentare.