Con il ritorno del caldo scatta la raccolta delle mele in Italia con una produzione stimata quest’anno in circa 2,1 milioni di tonnellate nonostante i problemi causati dai cambiamenti climatici tra afa record, freddo fuori stagione, grandine e alluvioni.
E’ quanto emerge da un’analisi di Coldiretti, su dati Prognosfruit, e su quello che è il frutto nazionale più consumato nel nostro Paese, con un raccolto sostanzialmente in linea con quello dello scorso anno a partire dalle varietà più precoci come la Gala, la prima ad essere staccata.
Ma la produzione avrebbe potuto essere molto più consistente senza gli effetti di un clima pazzo.
L’Italia si classifica così – sottolinea la Coldiretti – al secondo posto tra i paesi produttori dell’Unione Europea dove la produzione è stimata in 11,4 milioni di tonnellate, in calo del 3% rispetto allo scorso anno, con in testa la Polonia con poco meno di 4 milioni di tonnellate (-11%), mentre al terzo posto dietro all’Italia si piazza la Francia con circa 1,5 milioni tonnellate (+8%).
L’Italia, precisa la Coldiretti, può vantare un’ampia gamma varietale nell’offerta di mele grazie al rilevante patrimonio di biodiversità lungo tutta la Penisola con ben 6 mele italiane a denominazione di origine riconosciute dall’Ue: Mela Val di Non Dop, Mela Alto Adige Igp, Mela del Trentino Igp, Melannurca Campana Igp, Mela Valtellina Igp, Mela Rossa Cuneo Igp.
Dal punto di vista delle varietà, fa sapere la Coldiretti, in Italia aumentano i raccolti delle Imperatore (+57%), della Golden Delicious (+14%) e delle Gala (+8%), mentre crollano quelle di Granny Smith (-44%), Renette (-39%) e Red Delicious (-27%). In calo anche le mele bio (-7%) che rappresentano comunque ormai il 9% del raccolto totale nazionale.