venerdì, 4 Ottobre, 2024
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Mais: la concimazione prima e durante la semina

La nutrizione del mais in pre semina è uno dei momenti chiave per ottenere rese finali soddisfacenti. Concimazione di fondo per l’azoto e poi localizzata alla semina, per il fosforo, le vie preferenziali da seguire.

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Con le temperature attuali, a meno di colpi di coda dell’inverno, è probabile che entro poche settimane siano già in corso le semine 2023 del mais. La coltura ha però esigenze nutrizionali che richiedono pratiche fra loro differenti e complementari: la prima di pre semina, come base; la seconda localizzata lungo il solco, in prossimità dei semi; la terza in copertura, meglio se frazionata. 

Con la prima tempistica di concimazione, oggetto del presente articolo, si apporta soprattutto azoto, pur senza dimenticare il potassio, mentre con quella localizzata è il fosforo al centro dell’attenzione.

Questo elemento è disponibile infatti solo per una piccola frazione sul totale presente in campo, data la sua scarsa mobilità e alle sue forme non assimilabili tal quali dalle piante. Per tali ragioni è necessario posizionare l’elemento nella porzione di terreno che sarà la prima a essere esplorata dalle radici. 

Mais da granella o da foraggio: fabbisogni diversi

A seconda si coltivi mais da granella o da foraggio i conteggi delle asportazioni variano sensibilmente. Nel primo caso buona parte della massa vegetale rientra infatti nel terreno, restituendo una importante quota organica. Nel secondo caso l’asportazione è ovviamente maggiore e di ciò va tenuto conto in fase di pianificazione delle concimazioni. 

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Indicativamente, per ogni tonnellata di granella secca si asportano circa dai 15 ai 20 kg/ha di azoto, 6-10 di fosforo e 15-20 di potassio. Producendo trinciato, altrettanto indicativamente, le asportazioni possono salire in ragione del 40-60% in funzione del livello di fertilità del terreno e dell’ibrido seminato. Va da sé che ogni appezzamento dovrà essere quindi ristorato con la dose di fertilizzanti conforme alle specifiche asportazioni che si attendono a fine stagione.

Frazionare è meglio

La somministrazione dei fertilizzanti azotati al mais è bene avvenga in due momenti distinti, ovvero in presemina, al momento della preparazione del terreno, poi in copertura entro lo stadio di 6-9 foglie della coltura. Di solito l’ammontare somministrato in presemina può variare fra un minimo del 30% del totale e un massimo del 50%.

Percentuale da scegliere in funzione della scioltezza del terreno stesso: più questo è sciolto, infatti, più saranno favorite le perdite causate da eventuali piogge. Contestualmente, potranno essere applicati anche i fertilizzanti potassici, somministrabili tutti, appunto, in presemina.

Una base organica è sempre apprezzata

Chi ne avesse la possibilità è bene restituisca al terreno una quota di nutrienti in forma organica, come per esempio tramite letame o digestati. Ciò risulta ovviamente agevole per le aziende a indirizzo misto, inclusivo di zootecnia e, in taluni casi, di impianti per la produzione di bioenergie.

In tal caso, il momento corretto per la distribuzione del letame o del digestato è subito prima di arare. Pratica che quindi è bene avvenga a fine inverno, al fine di non subire perdite di nutrienti per le precipitazioni invernali. 

Circa le quote organiche distribuite, queste possono arrivare a 50 tonnellate per ettaro quando si parli di letame. Considerando un contenuto medio di azoto di poco superiore allo 0,3% si apportano in tal modo circa 150 unità per ettaro.

Unità che verranno ovviamente rese disponibili progressivamente, non potendo quindi erogare l’azoto in modo sufficiente in occasione dei picchi di richiesta della coltura in primavera. Questi andranno quindi compensati con specifiche somministrazioni di urea, in presemina, o di nitrato di ammonio, in copertura.  

I vantaggi della lenta cessione

In presemina apporta sensibili vantaggi la somministrazione di concimi azotati granulari a lenta cessione, soprattutto in caso di andamenti climatici piovosi. Ciò permette, rispetto all’urea, di preservare una parte maggiore di azoto per la coltura, riducendo al contempo le perdite per dilavamento.

Il fosforo localizzato: dove serve quando serve

Il fosforo è elemento essenziale in special modo alla germinazione. Come detto, però, questo elemento può essere soggetto a fenomeni di immobilizzazione, risultando magari presente in abbondanza, ma scarso quanto a disponibilità.

Le moderne seminatrici sono però attrezzate con specifici microgranulatori che possono erogare i concimi contestualmente alla semina, posizionandoli esattamente in prossimità dei semi.

Ciò permetterà alle radici di estrarre quanto serve loro in modo facile ed efficiente. Indicativamente, quanto a fosforo possono essere somministrati con questa tecnica 30-40 kg/ha. 

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