Un missile russo ha danneggiato una nave civile battente bandiera della Liberia che stava entrando in un porto del Mar Nero nella regione di Odessa, uccidendo una persona e ferendone quattro, hanno dichiarato mercoledì (8 novembre) i funzionari ucraini.
Dopo essersi tirata fuori dall’accordo negoziato dalle Nazioni Unite che garantiva la sicurezza delle spedizioni di grano ucraino attraverso il Mar Nero, la Russia ha attaccato ripetutamente le infrastrutture portuali ucraine.
E’ stato riferito inoltre che una persona è stata uccisa; tre membri dell’equipaggio, cittadini delle Filippine, e un dipendente del porto sono rimasti feriti.
Il ministro delle Infrastrutture ucraino, Oleksandr Kubrakov, ha dichiarato che la nave doveva trasportare minerale di ferro in Cina.
Kubrakov ha aggiunto che la Russia ha effettuato 21 attacchi mirati alle infrastrutture portuali dopo il ritiro dall’accordo.
Yoruk Isik, responsabile della società di consulenza Bosphorus Observer, ha identificato la nave come una Kmax Ruler, 92.000 dwt.
L’agenzia Reuters ha riferito che la nave si trovava nel porto di Pivdennyi per caricare ferro quando è stata colpita. Il pilota ucraino a bordo è stato ucciso e „alcuni” membri dell’equipaggio sono morti o sono rimasti feriti.
L’accordo sulle esportazioni mediato dalle Nazioni Unite e dalla Turchia è crollato a luglio, quando la Russia ha denunciato le sue disposizioni, affermando che le sue richieste di revoca delle sanzioni sulle esportazioni di grano e fertilizzanti non erano state soddisfatte.
Da allora, Kiev ha aperto un corridoio umanitario temporaneo nel tentativo di rompere il blocco de facto della Russia.
Le navi che trasportano il grano ucraino rompono il blocco russo attraversando le acque territoriali di Bulgaria e Romania, due membri della NATO, in condizioni di crescente ostilità della Russia verso l’Alleanza Atlantica e l’Occidente.
Mosca ha avvertito che potrebbe considerare qualsiasi nave nel Mar Nero come un obiettivo militare e ha già dato prova della sua determinazione.
A differenza di Bulgaria e Romania, la Turchia è stato l’unico Paese a denunciare il „corridoio umanitario” ucraino come pericoloso.