Aspiccare sui 2,5 ettari di terra sono i pomodorini del Piennolo del Vesuvio Dop, l’oro rosso alle pendici del vulcano.
Lì, in quel vasto appezzamento, è piazzata una centralina meteo con sonde nel terreno che mediante l’ausilio dell’intelligenza artificiale consente, attraverso una app, di rilevare la temperatura dell’aria e del suolo, la direzione del vento, l’intensità della radiazione solare ma soprattutto il fabbisogno irriguo della pianta in modo da razionalizzare al massimo una risorsa sempre più rara e preziosa come l’acqua.
E poi, macchinari acquistati negli scorsi anni grazie ai Fondi comunitari. Fondi che oggi fanno sì che l’azienda agricola biodinamica a carattere familiare ‘Sapori Vesuviani’ sia al passo con i tempi. A gestirla è Pasquale Imperato che, con orgoglio, accanto ai prodotti, dice:
Tra i prodotti della terra: i pomodorini del Piennolo del Vesuvio Dop, le albicocche e le fave del Vesuvio, la melanzana napoletana, la zucca lunga napoletana, lo zucchino San Pasquale, kaki vaniglia napoletano, il peperone cornetto, la percoca.
E ancora, confetture, sott’oli, succhi di frutta, sughi pronti e passate vengono prodotti nell’azienda, che ogni giorno si impegna a costruire una filiera corta dal campo alla tavola.
A dicembre si è concluso il progetto „Tomato Trace 4.0” finanziato dal Piano Sviluppo Rurale 2014-2020 misura 16.1.2.
Importante strumento di pianificazione e finanziamento, quello del Psr, per promuovere lo sviluppo sostenibile delle aree rurali della Regione.
Il programma, finanziato principalmente dall’Unione Europea attraverso il Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (Feasr), insieme alle risorse nazionali e regionali, mira a sostenere l’agricoltura, la silvicoltura e lo sviluppo delle zone rurali.
L’obiettivo di Tomato Trace 4.0 (capofila il Centro interdipartimentale di ricerca Lupt ‘Raffaele D’Ambrosio’ dell’Università Federico II di Napoli) è quello di rafforzare, valorizzare e tutelare l’intera filiera produttiva del Pomodorino del Piennolo del Vesuvio Dop, attraverso varie tecniche di indagine come la risonanza magnetica nucleare e l’analisi sensoriale che consentono una tracciabilità geografica del prodotto fresco e conservato, al fine di garantirne l’origine e il legame inscindibile con il territorio.
Un progetto che tutela il produttore e il consumatore dalle frodi. Sapori Vesuviani ed altre aziende vi hanno preso parte insieme al Consorzio di Tutela del Pomodorino del Piennolo del Vesuvio Dop (presieduto da Cristina Leardi), alla Regione Campania, a SI Impresa Laboratorio di analisi sensoriali, al Dipartimento di Agraria della Federico II, ad Agroqualità e a Dintec Consorzio per l’innovazione tecnologica.
Tomato Trace 4.0 ha rappresentato anche un bell’esempio di capacità territoriale di fare rete al fine di salvaguardare il buon nome di un prodotto e di un territorio. Imperato parla anche del modus operandi innovativo:
E per preservare l’oro rosso ha scelto un vestito ovvero un packaging regalo, da lui idea¬to e brevettato, che gli è valso un importante riconoscimento: primo classificato in Campania e finalista nazionale al Con¬corso Oscar Green Coldiretti 2011.