„La Germania continua a essere la destinazione numero uno per le orticole italiane e l’impegno del nostro comparto produttivo è sempre più quello di garantire gli alti standard cui abbiamo abituato i consumatori tedeschi”.
Lo dice Massimo Pavan, esperto agromanager orticolo italiano.
„Tuttavia si fa sentire una certa crisi nel comparto ortofrutticolo, a causa della siccità, dell’aumento dei costi di produzione e della mancanza di manodopera, anche per questo 2024 – continua l’esperto – Il primo semestre si chiude in maniera pesante, con la stagnazione della richiesta interna. Se fino ad alcune settimane fa ci siamo difesi, è stato grazie alla richiesta dell’estero, sia per pomodoro da serra sia, tanto per fare un esempio di referenza da pieno campo, per la carota. La domanda di pomodoro per l’export ha lenito la mancata richiesta del mercato interno, per questo semestre 2024. Attualmente, le quotazioni del ciliegino non vanno oltre 60 centesimi di euro al kg. Il momento è da imputare all’inverno mite in tutta Europa e alla ripresa delle coltivazioni del centro-nord del continente. La carota novella siciliana, arrivata in anticipo di 15 giorni, si è peraltro sovrapposta a quella del nord Italia che ha ritardato, a sua volta, la fine delle raccolte di oltre 15 giorni, creando una presenza concomitante di circa un mese e dunque una sovrabbondanza di merce. Per fortuna anche qui le richieste dei mercati esteri ci hanno aiutato a vendere il prodotto siciliano”.
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Per quanto riguarda le preoccupazioni fitosanitarie:
„Diciamo che il Tobamovirus non fa più paura come prima – risponde l’esperto – Ma richiede molte attenzioni che abbiamo imparato a implementare nella gestione che va dal trapianto alla logistica finale.
Le nuove pratiche agronomiche, aiutate da una genetica moderna, riescono a mitigare fortemente il fenomeno, ma comportano degli impegni significativi in serra. Non bisogna dimenticare che il virus negli anni scorsi ha richiesto enormi sacrifici ai produttori, con perdite economiche inestimabili.
Di recente la scoperta del „Tomato Fruit Blotch Virus” (ToFBV – Blunervirus solani), una fitopatia spesso confusa con il Tobamovirus che viene trattata erroneamente come tale, ha portato tecnici e produttori fuori strada. Tuttavia le cose non sembrano complicarsi ulteriormente o destare particolari preoccupazioni”.
Per il futuro preoccupano invece „la situazione geopolitica internazionale, sempre più instabile: lo stallo nel Mar Rosso che dall’Italia blocca l’export della frutta e, verso l’Italia, rallenta l’approvvigionamento delle materie prime. Con la circumnavigazione di Capo di Buona Speranza, le sfide della logistica diventano estremamente complesse e favoriscono i competitori emergenti, Turchia in testa”.