venerdì, 17 Maggio, 2024
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La politica agricola comune 2023-2027 in cinque punti

La produzione agricola, l’autosufficienza alimentare, la sicurezza della filiera agroalimentare, la tutela del reddito degli agricoltori e la salute dei cittadini cui negli ultimi anni si è aggiunta una maggior attenzione alle problematiche ambientali connesse alla produzione, alla trasformazione e alla distribuzione dei prodotti alimentari, sono da sempre stati alla massima attenzione dell’Unione europea, fine da quando ancora si chiamava CEE ed era composta da soli 6 Stati Membri.

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La PAC (Politica Agricola Comune) fu introdotta nel 1962 al preciso scopo di aumentare la produttività agricola, assicurare un reddito equo ai lavoratori del settore, garantire la sicurezza degli approvvigionamenti, stabilizzare i mercati, creare una catena di valore sicura dai costi ragionevoli, armonizzare le regole per impedire una concorrenza selvaggia tra i Paesi.

FOTO euractivit

Nel corso del tempo non è mai stati abbandonata, anzi ha seguito l’evoluzione del processo di integrazione europea e i mutamenti della società.

L’ultimo modello di PAC, quella entrata in vigore il primo gennaio 2023, amplia e dettaglia il livello di azione dell’UE nel settore agricolo con una serie di misure volte ad implementare le recenti strategie „Dal produttore al consumatore” (From Farm to Fork) e quella sulla Biodiversità (Biodiversity strategy 2030) varate dalla Commissione europea in accordo con il quadro più generale definito dal Green Deal.

I dieci obiettivi strategici

Il nuovo modello della PAC ha definito 10 obiettivi strategici raggruppati in 4 macroaree:

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Reddito e Competitività

  • garantire un reddito equo agli agricoltori.
  • aumentare la competitività.
  • migliorare la posizione degli agricoltori nella filiera alimentare.

Tutela Ambientale

  • agire per contrastare i cambiamenti climatici.
  • tutelare l’ambiente.
  • salvaguardare il paesaggio e la biodiversità.

Sviluppo delle aree rurali

  • sostenere il ricambio generazionale.
  • sviluppare aree rurali dinamiche.
  • proteggere la qualità dell’alimentazione e della salute.

Know How

  • promuovere le conoscenze e l’innovazione.

L’allocazione delle risorse

Per raggiungere questi obiettivi la PAC è stata dotata di un budget che sebbene ad alcuni possa sembrare inadeguato è pur sempre il maggior impegno finanziario dell’UE rappresentando circa il 30% del suo intero bilancio.

Nel quadriennio 2023-2027 alla PAC sono stati assegnati 387 miliardi di euro suddivisi nei due fondi principali: il Fondo europeo agricolo di garanzia (FEAGA), cui compete l’assegnazione di 291,1 miliardi e il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR), cui competono 95,5 miliardi.

Rivoluzione nei principi di pagamento

Per rispettare le particolarità dei diversi comparti agricoli nazionali e per adeguarsi alla mutata percezione dei problemi ambientali e alla crescente domanda di una maggiore sostenibilità ecologica dei processi produttivi il nuovo modello della PAC consente ai Paesi membri dell’UE, ciascuno dei quali è stato chiamato a presentare alla Commissione il proprio PSP o Piano Strategico nazionale per la PAC, di adattare le politiche nazionali alle specificità dei rispettivi settori agricoli, con la possibilità di trasferire fino al 25% dei finanziamenti dal sostegno al reddito allo sviluppo rurale.

È possibile inoltre finanziare obiettivi mirati nel campo della tutela ambientale, nella lotta al climate change o al sostegno ai giovani che tornano ad occuparsi di agricoltura.

Il Quadro Normativo

L’importanza della PAC è tale che il suo quadro giuridico è fissato all’interno dei Trattati dell’UE, ovvero di quei trattati che stabiliscono la natura e il funzionamento dell’Unione europea.

In concomitanza con il varo nuovo modello della PAC sono stati presentati 3 nuovi regolamenti che inglobano e aggiornano il precedente quadro normativo, e sono:

  • il regolamento (UE) 2021/2116 relativo a finanziamento, gestione e monitoraggio della PAC, abroga e sostituisce il regolamento (UE) n. 1306/2013.
  • il regolamento (UE) 2021/2115, relativo alle norme sul sostegno ai piani strategici nazionali della PAC, abroga e sostituisce i regolamenti (UE) n. 1305/2013 e (UE) n. 1307/2013.
  • il regolamento (UE) 2021/2117, che ingloba e modifica il regolamento (UE) n. 1308/2013 sull’organizzazione comune dei mercati dei prodotti agricoli, il regolamento (UE) n. 1151/2012 sui regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari, il regolamento (UE) n. 251/2014 sulle indicazioni geografiche dei prodotti vitivinicoli aromatizzati e il regolamento (UE) n. 228/2013 sulle misure nel settore dell’agricoltura a favore delle regioni più periferiche e quindi svantaggiate dell’Unione.

La novità degli „ecoschemi”

Gli „ecoschemi” rappresentano forse l’innovazione più importante, più controversa e più incompresa della nuova PAC e poiché controllano la somministrazione del 25% dei pagamenti diretti coinvolgono direttamente i lavoratori del settore.

Gli ecoschemi fanno parte della cosiddetta architettura verde della nuova PAC, che tra le altre cose impone, quale prerequisito fondamentale per poter acceder ai pagamenti diretti, il rispetto della condizionalità rafforzata. Sono implementati sotto forma di impegni quadro o regimi e sono finalizzati a incentivare una maggior ecosostenibilità dalla produzione agricola.

I cinque ecoschemi previsti nel PSP italiano per la PAC 2023-2027 sono:

  • Eco 1 – Pagamenti per la riduzione dell’antimicrobico resistenza e per il benessere animale;
  • Eco 2 – Pagamenti per l’inerbimento delle colture arboree;
  • Eco 3 – Pagamenti per la salvaguardia degli olivi di valore paesaggistico;
  • Eco 4 – Pagamenti per sistemi foraggeri estensivi con avvicendamento;
  • Eco 5 – Pagamenti per misure specifiche per gli impollinatori.
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