sabato, 27 Aprile, 2024
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La dipendenza dell’UE dalle importazioni di fertilizzanti e mangimi è eccessiva e pericolosa

Un recente studio promosso e finanziato dalla Commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale del Parlamento europeo (AGRI) ha rivelato che l’Unione europea continua a dipendere fortemente dalle importazioni di mangimi e fertilizzanti.

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I ricercatori hanno riscontrato che la dipendenza da fornitori extra-UE è particolarmente significativa per i fattori di produzione legati al settore zootecnico.

Lo studio ha evidenziato che Brasile e Stati Uniti, da soli, hanno fornito oltre l’85% della soia impiegata per l’alimentazione animale importata dall’UE nel 2022.

„Questa dipendenza mette in discussione la resilienza a lungo termine del sistema alimentare UE in un contesto climatico e geopolitico sempre più incerto”, si legge nel testo.

Sebbene lo studio sottolinei che la disponibilità di prodotti alimentari „non è considerata a rischio”, i recenti shock di mercato, come la pandemia da COVID-19 e l’invasione russa dell’Ucraina, hanno messo in luce le vulnerabilità del sistema alimentare dell’Unione.

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Durante i primi giorni della guerra, i prezzi dei mangimi sono saliti alle stelle a causa delle incertezze sulla futura disponibilità dei prodotti cerealicoli ucraini, facendo lievitare i costi per gli allevatori e riducendo i margini di profitto.

Per migliorare la capacità di affrontare le sfide future e ridurre la dipendenza, si raccomanda di diversificare le „fonti e i partner commerciali” attraverso il completamento degli accordi commerciali con i paesi terzi e di ridurre le importazioni da un unico fornitore o mercato.

Inoltre, il passaggio a un minore consumo di prodotti animali nella dieta degli europei potrebbe ridurre il fabbisogno di importazioni di mangimi.

Il testo sottolinea inoltre i potenziali benefici dell’adesione dell’Ucraina all’UE, considerando il suo status di principale produttore ed esportatore di materie prime agricole e prodotti agroalimentari, in particolare colture proteiche e cereali.

Lo studio suggerisce che la revisione della politica proteica dell’UE da parte della Commissione nel 2024 potrebbe portare a misure „che potrebbero aumentare la produzione interna di proteine vegetali”.

Il problema dei fertilizzanti in Europa

I ricercatori hanno anche sottolineato la dipendenza dell’UE dalle importazioni di energia e materie prime finalizzate alla produzione di fertilizzanti.

L’Unione si rifornisce tradizionalmente di fertilizzanti minerali da un gruppo estremamente ridotto di fornitori, Russia, Egitto, Algeria, Marocco e Bielorussia.

Sebbene l’UE si sia impegnata a tagliare le importazioni dalla Russia dopo l’invasione dell’Ucraina, la Commissione non ha mai inserito i prodotti alimentari e i fertilizzanti dalle sue sanzioni commerciali alla Russia.

Nel 2022, le importazioni di fosfati per uso agricolo provenivano dalla Russia per il 23% e dal Marocco per il 28%, quelle di potassio, dalla Bielorussia per il 30% e dalla Russia per il 34%.

I ricercatori hanno preso in considerazione il ruolo della strategia Farm to Fork (F2F), il piano di punta dell’UE per rendere i sistemi alimentari più sostenibili, nel ridurre la dipendenza dalle importazioni attraverso l’aumento dell’agricoltura biologica e la riduzione dell’uso di fertilizzanti.

Tuttavia, lo studio avverte che questi obiettivi possono essere raggiunti solo „attuando e facendo rispettare pienamente la legislazione ambientale e climatica pertinente”.

Il testo sottolinea inoltre che il potenziamento dell’agricoltura biologica non dovrebbe ridurre in modo significativo la produzione alimentare dell’UE, perché altrimenti potrebbe portare ad ulteriori importazioni da paesi extra UE.

Potete leggere l’articolo in inglese e in tedesco.

Fonte dell'articoloeuractiv.it
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