lunedì, 21 Aprile, 2025
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La Bulgaria favorisce l’acquisto di prodotti alimentari locali ma i greci non ci stanno

La scorsa settimana, il governo bulgaro ha proposto un disegno di legge per regolamentare la filiera agroalimentare al fine di ridurre i prezzi dei prodotti alimentari, imponendo ai rivenditori di offrire almeno il 50% di prodotti bulgari.

La misura ha suscitato una forte opposizione da parte degli esportatori greci dei Paesi vicini.

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La proposta prevede livelli massimi di ricarico lungo tutta la filiera, dai produttori ai trasformatori, passando per gli acquirenti fino alle catene di vendita al dettaglio.

Gli agricoltori avrebbero garantito almeno un ricarico del 10% sulla vendita dei loro prodotti. Allo stesso tempo, i trasformatori avrebbero un tetto massimo del 20%, i grossisti del 10% e i rivenditori del 20%.

La normativa si applicherebbe a 22 dei 5.000 prodotti alimentari, tra cui carne, latte e derivati, prodotti da forno, uova, frutta e verdura.

Per i prodotti agricoli importati e gli alimenti provenienti da paesi terzi che non subiscono trasformazioni in Bulgaria, il ricarico massimo consentito sarebbe del 10%.

Il governo prevede inoltre di istituire un Osservatorio della filiera di approvvigionamento, gestito dallo Stato, per monitorare il rispetto della legge, che impone alle catene di vendita al dettaglio di mantenere almeno il 50% di prodotti bulgari sugli scaffali.

La misura ha scatenato una forte reazione tra i produttori greci, che hanno denunciato la sua incompatibilità con la libera circolazione di persone e merci sancita dall’Unione europea, secondo quanto riportato dai media locali.

Secondo i dati, nel 2024 il commercio bilaterale di frutta e verdura (fresca e trasformata) tra Grecia e Bulgaria ha raggiunto le 293.259 tonnellate e un valore di 181,656 milioni di euro, pari all’11,3% delle esportazioni greche verso Sofia.

„Ci aspettiamo che il governo greco intervenga per impedire l’approvazione di queste misure, che colpirebbero gravemente le esportazioni di prodotti greci verso la Bulgaria” ha dichiarato George Polychronakis, dell’associazione greca di frutta e verdura.

Anche 12 organizzazioni industriali bulgare hanno criticato la legge, affermando che viola le norme sulla libera concorrenza e mette a rischio le catene di approvvigionamento.

„Lo Stato sta perseguendo obiettivi tra loro incompatibili e otterrà l’effetto opposto rispetto a quello desiderato dai cittadini. Invece di ridurre i prezzi, vedremo il caos in tutta la filiera” ha commentato l’economista Petar Ganev dell’Istituto per l’Economia di Mercato.

Fonte dell'articoloeuractiv.it
La Redazione
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