Quello dei pomodori marocchini sarà uno dei temi più rilevanti del Salone dell’Agricoltura di Parigi, che si apre questa settimana con il Marocco come ospite d’onore.
Da quando la Francia ha appoggiato il piano di Rabat per il Sahara Occidentale, le relazioni franco-marocchine hanno avuto un’impennata. Per suggellare questo slancio, il presidente Emmanuel Macron ha invitato il Marocco a essere la guest star del Salon International de l’Agriculture, una delle più grandi fiere agricole d’Europa.
Ma per i produttori europei di pomodori questo invito è difficile da digerire.
Le importazioni dal Marocco, che hanno registrato un boom negli ultimi anni a causa dei prezzi più bassi, del calo della produzione europea e della crescente domanda, stanno facendo diventare rossi gli agricoltori europei.
Nel 2023, il Marocco è diventato il principale esportatore di pomodori freschi nell’Unione europea con 491.908 tonnellate, che rappresentano il 61% delle importazioni dell’UE in volume. Secondo un rapporto della Commissione, questa tendenza è destinata ad accelerare fino al 2035.
Esportati principalmente in Francia, i pomodori marocchini vengono spesso riesportati dalla Francia all’Europa, soprattutto in Germania e nei Paesi Bassi.
Un recente rapporto del ministero dell’Agricoltura francese ha invitato i coltivatori nazionali a collaborare con le loro controparti UE del gruppo di contatto europeo sul pomodoro, composto da produttori di Francia, Italia, Portogallo e Spagna.
Da parte spagnola, il coordinamento nazionale delle organizzazioni agricole (COAG) ha recentemente presentato una denuncia contro il Marocco, accusandolo di aver superato il contingente annuale di pomodori in esenzione doganale di 230.000 tonnellate all’anno, causando alla Spagna una perdita di 14 milioni di euro all’anno.
Secondo il rapporto del ministero francese, i „numerosi eventi bilaterali previsti per il 2025 tra le autorità francesi e marocchine potrebbero offrire l’opportunità di sollevare tali questioni”.
Tra questi, il Salone dell’Agricoltura di Parigi.
L’obiettivo è quello di ottenere una revisione mirata dell’accordo di cooperazione UE-Marocco, firmato nel 2012, che stabilisce un contingente tariffario annuale di 285.000 tonnellate di pomodori totalmente esenti da dazi doganali tra il 1° ottobre e il 31 maggio, ovvero al di fuori del periodo di produzione europeo.
I sindacati preparano le proteste
Il sindacato di destra Coordination rurale, uscito rafforzato dalle recenti elezioni delle organizzazioni agricole, è stato in prima linea nella protesta contro i pomodori marocchini e chiede la fine dell’accordo UE-Marocco.
È probabile che il sindacato agricolo, come ogni anno, approfitti della copertura mediatica del Salone dell’Agricoltura per far arrivare il proprio messaggio.
Il sindacato conta solitamente sul sostegno del Rassemblement National. Questa volta ancora di più.
Per la prima volta, il gruppo di amicizia franco-marocchino del Parlamento è presieduto da Hélène Laporte, deputata del partito di estrema destra della principale regione produttrice di pomodori del sud-ovest della Francia e figura di spicco nella lotta contro i pomodori marocchini.