giovedì, 2 Maggio, 2024
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Gli agricoltori della Pianura Padana chiedono flessibilità sull’obbligo di rotazione annuale imposto dalla Pac

La Politica agricola comune – entrata in vigore a gennaio 2023 – ha introdotto diversi obblighi agli agricoltori di tutta Europa per l’accesso al pagamento di base, ma la crisi innescata dall’invasione russa dell’Ucraina ha spinto l’UE ad accettare alcune deroghe.

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È stata difatti tardata per tutto il 2023 l’entrata in vigore dell’obbligo di lasciare il 4% delle aree seminative non produttivo, dei requisiti di formazione e competenze per accedere al pagamento nonché delle norme sul benessere animale. Soprattutto, è stato rinviato il discusso obbligo della rotazione colturale sui seminativi.

Le deroghe tuttavia, non sono state confermate per l’anno a venire. Gli adempimenti ai nuovi obblighi hanno creato malumori in Pianura Padana – polo zootecnico del Paese per la produzione suinicola e per l’alimentazione dei bovini da latte – dove è molto diffusa la monosuccessione del mais.

Se in alcune zone del Paese il nuovo obbligo rappresenta una doccia fredda, altrove fotografa una prassi già consolidata.

„Ci sono aziende, come la mia – spiega Gianluca Fe, imprenditore agricolo Toscano – che rispettano questa buona pratica da circa vent’anni”.

„Parlare dell’obbligo di rotazione come di un problema è una distorsione – continua Fe – A lungo andare la monosuccessione crea problemi notevoli da un punto di vista Fito-patologico di qualità del terreno ed anche sotto un profilo ambientale ecologico”.

Una posizione che trova d’accordo molti imprenditori agricoli della Pianura Padana. La contestazione si concentra invece sui tempi della nuova norma.

„L’obbligo di una rotazione più elastica, magari biennale, sarebbe stato più facile da osservare – dichiara Matteo Parapini, imprenditore 22enne di un’azienda agricola a indirizzo cerealicolo e vicepresidente dei giovani agricoltori della provincia di Milano-Lodi-Monza di Confagricoltura”.

„Sui nostri appezzamenti ruotiamo già le nostre colture, ma con altri tempi”, spiega.

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A una stretta sui tempi si aggiunge, poi, la variabile clima:

„Fino a due anni fa abbiamo avuto autunni secchi che hanno permesso di seminare e raccogliere in maniera ottimale – prosegue Parapini – Ma quest’anno siamo stati rallentati dalle piogge. Questo è un fattore di cui non si può non tenere conto quando si stabiliscono i tempi della rotazione”.

Allevamenti dediti alla suinicoltura che necessitano grandi quantità di mais di granella, ad esempio, dovranno sostituirlo con altre colture per permettere la rotazione. Al momento non è stata ancora trovata un’alternativa che faccia al caso.

„L’Unione Europea non ha tenuto in considerazione come alternative alla rotazione le cover crops – conclude Parapini – Si tratta di colture seminate e poi interrate, che non danno reddito diretto ma apportano indubbi benefici al terreno. Questa è una delle strade che percorreremo”.

Fonte dell'articoloeuractiv.it
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