giovedì, 18 Aprile, 2024
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Dati agricoli, cosa c’è di nuovo in Ue

Parlamento e Consiglio Ue hanno trovato un accordo provvisorio per migliorare la qualità dei dati sulla produzione agricola, garantendo uno scambio annuale di statistiche, in particolare sull’utilizzo e sulla diffusione degli agrofarmaci e sullo stato del comparto biologico.

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Verso nuovi standard di statistiche annuali sull’uso di agrofarmaci e antimicrobici in Ue, occhi puntati su agrofarmaci e biologico. I dati finiranno tutti in una banca dati europea pubblica. Lo scopo è un’agricoltura sempre più sostenibile per raggiungere gli obiettivi della Farm to Fork.

I primi dati saranno raccolti nel 2026 e resi pubblici dal 2030. Le associazioni ambientaliste chiedono l’obbligo di raccolta dati per tutti gli agricoltori, un monitoraggio sugli agrofarmaci anche a livello regionale e un primo set di dati già nel 2025.

Scambio di dati agricoli in Unione Europea

Parlamento e Consiglio dell’Ue (quest’ultimo formato dai ministri dell’Agricoltura dei 27 Paesi membri) hanno trovato un accordo provvisorio per migliorare la qualità dei dati sulla produzione agricola nell’Unione Europea, garantendo uno scambio annuale di statistiche, in particolare sull’utilizzo e sulla diffusione degli agrofarmaci nei vari Stati Ue e sullo stato del settore biologico.

La revisione del Regolamento Ue sugli Input e Output Agricoli (Saio) prevede nuove statistiche sul costo di sementi, mangimi e agrofarmaci in Ue e sullo stato delle coltivazioni e del bestiame (con le rispettive informazioni sul raccolto e sulla produzione di uova, carne e latticini), che verranno raccolti da aziende agricole, caseifici, attività mercantili e di commercio all’ingrosso.

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Banca dati europea

Per quanto riguarda il settore del biologico, i colegislatori del Regolamento hanno raggiunto un accordo sulla necessità di avere statistiche in linea con le altre produzioni agricole, integrando i dati nella banca dati agricoli europea.

La raccolta di dati sui Prodotti di Protezione per le Piante (Ppp) sarà invece subordinata alla creazione di appositi registri elettronici per coloro che utilizzano gli agrofarmaci e si baserà su un elenco comune di colture che si evolverà durante il periodo di transizione.

Quest’ultimo si riferisce ai tre anni che vanno dal 2025 al 2027, stabiliti dai colegislatori come periodo ottimale per ottenere le informazioni necessarie sugli agrofarmaci.

La prima raccolta dati effettiva sarà nel 2026, mentre dal 2028 in poi avverrà annualmente. La pubblicazione delle statistiche annuali riguardanti gli agrofarmaci inizierà invece a partire dal 2030.

La revisione del Regolamento Saio prevede inoltre delle apposite clausole di salvaguardia per evitare un aumento degli oneri amministrativi per agricoltori e amministrazioni nazionali, trovando un giusto equilibrio tra l’esigenza di nuove statistiche e i bisogni delle aziende agricole.

Infine, il Regolamento prevede dei finanziamenti da parte dell’Unione Europea, erogati durante il periodo di transizione, per aiutare le autorità statistiche nazionali a prepararsi alla raccolta annuale dei dati sugli agrofarmaci.

Più sostenibilità in agricoltura

Secondo l’eurodeputato greco Petros Kokkalis, responsabile del dossier per il Parlamento Europeo, questo accordo “ci porterà verso un sistema alimentare più sostenibile in Unione Europea”.

La raccolta di nuovi dati agricoli sarà infatti utile sia per monitorare lo sviluppo del settore biologico europeo, sia per il raggiungimento degli obiettivi della Strategia Farm to Fork, tra cui quello di riduzione degli agrofarmaci del 50% entro il 2030 e di quello ancora più ambizioso di neutralità climatica europea entro il 2050.

Il Parlamento Europeo “si assicurerà che gli Stati membri forniscano annualmente i dati sull’utilizzo degli agrofarmaci, un prerequisito per minimizzare il loro impatto sull’ambiente e sulla salute umana e per assicurare la sicurezza alimentare”, ha detto Kokkalis.

Il Regolamento revisionato dalla Commissione dovrà ora essere formalmente adottato da Parlamento e Consiglio Ue, prima di essere pubblicato nella Gazzetta Ufficiale e poter entrare in vigore venti giorni dopo la pubblicazione.

Le critiche ambientaliste

Un arco temporale troppo lungo secondo alcune associazioni ambientaliste che in una lettera inviata alla Commissione Europea, lo scorso 30 maggio, si sono lamentate del periodo di tempo troppo lungo prima di avere i dati a disposizione, precisando come in sei anni “la mancanza di controlli sulla diffusione degli agrofarmaci potrebbe causare danni irreversibili alla biodiversità e alla salute umana”.

Nella lettera inviata alla Commissione si legge che “abbiamo bisogno di dati precisi e resi pubblici su che tipo di agrofarmaci vengono utilizzati, dove, quando, in quali coltivazioni e in che quantità”.

Le associazioni hanno chiesto di inserire nel testo del Regolamento l’obbligatorietà di raccolta dati annuale per gli agricoltori, oltre ad accorciare il periodo per la prima raccolta di dati digitali al 2025.

Secondo gli ambientalisti è fondamentale monitorare anche i dati sull’uso degli agrofarmaci a livello regionale ed adottare, prima del primo gennaio 2023, una piattaforma elettronica per raccogliere i registri con i dati relativi agli agricoltori.

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