giovedì, 17 Aprile, 2025
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Cresce l’export agroalimentare europeo, USA secondo mercato dopo il Regno Unito ma in aumento del 12%

Nel 2024 il commercio agroalimentare dell’Unione europea ha toccato nuovi livelli record, sia in termini di export che di import, con le esportazioni verso gli Stati Uniti che sono cresciute del 12% rispetto all’anno scorso, secondo quanto si legge nel rapporto annuale della Commissione europea, che monitora le dinamiche del settore.

Secondo il documento, le esportazioni complessive hanno raggiunto i 235,4 miliardi di euro (+3% rispetto al 2023), mentre le importazioni sono salite a 171,8 miliardi (+8%).

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Il saldo commerciale è risultato positivo per 63,6 miliardi di euro, in calo rispetto ai 69,4 miliardi dell’anno precedente, a causa della più marcata crescita dell’import.

Gli Stati Uniti si sono confermati il secondo mercato per l’agroalimentare europeo rappresentando il 13% dell’export totale, con vendite che hanno raggiunto i 30,5 miliardi di euro, in aumento del 12% rispetto al 2023.

Gli USA hanno registrato anche il maggiore incremento assoluto tra tutti i partner commerciali dell’UE: +3,3 miliardi di euro. Un risultato trainato dall’aumento dei prezzi, in particolare per l’olio d’oliva (+43%), il vino (+9%) e i prodotti a base di cacao (+28%)​.

Al primo posto rimane il Regno Unito, che nel 2024 ha assorbito il 23% delle esportazioni agroalimentari dell’Ue per un valore di 53,9 miliardi di euro.

Le esportazioni verso Londra sono cresciute del 4% rispetto al 2023 (+2,2 miliardi), con una composizione variegata: prodotti a base di cereali, frutta e verdura trasformata, latticini, carne suina e dolciumi rappresentano le principali voci​.

Seguono la Cina (13,3 miliardi di euro, 6% del totale), pur in calo del 9% su base annua, la Svizzera (12,3 miliardi, +6%) e il Giappone (8,3 miliardi, +6%). In aumento anche l’export verso Australia (+11%), Canada (+8%) e Turchia (+6%), mentre calano le esportazioni verso la Russia (-11%), Singapore (-14%) e Corea del Sud (-6%)​.

Le categorie più esportate: cereali, latticini, vino

A livello merceologico, l’export Ue si conferma ben diversificato. I preparati a base di cereali e i prodotti della molitura costituiscono la prima categoria per valore (24,8 miliardi, 11% del totale), seguiti da latticini (19,7 miliardi, 8%) e vino (17,4 miliardi, 7%)​.

Tra i comparti in maggiore espansione spiccano caffè, tè, cacao e spezie che nel periodo di riferimento ha fatto registrare un +32%, per un totale di 10,7 miliardi, grazie soprattutto al boom della domanda di cacao trasformato.

A seguire olive e olio d’oliva con il +41%, a 7,2 miliardi, per effetto dei forti rincari (+34%) e di un incremento dell’8% nei volumi. Al terzo posto dolciumi e cioccolato: +10%, 11,8 miliardi. Mentre i preparati alimentari misti hanno fatto registrare un +8%, attestandosi 15,6 miliardi.

Al contrario, si segnala un calo del 20% per l’export di cereali, che ha perso 2,9 miliardi di valore, in parte per effetto della discesa dei prezzi (-12%) e dei volumi (-9%). In flessione anche le esportazioni di oli vegetali (-26%) e bevande alcoliche (-2%)​.

Import: cacao e caffè trainano la crescita, Ucraina terzo fornitore

Sul fronte delle importazioni, l’aumento complessivo dell’8% è stato guidato soprattutto dai rincari di cacao (+93%) e caffè (+28%), che insieme hanno portato il valore delle importazioni in questa categoria a oltre 30 miliardi di euro.

Infatti, i prezzi delle fave di cacao sono aumentati di ben il 90%, quelli del cacao trasformato del 71%, in gran parte provenienti da Africa sub-sahariana (81% del totale)​.

Le importazioni di frutta e noci hanno raggiunto i 24,9 miliardi di euro (+12%), mentre quelle di semi oleosi si sono attestate a 20 miliardi (-5%).

Complessivamente, i principali Paesi di origine dell’import agroalimentare Ue nel 2024 sono stati: Brasile con 17,4 miliardi (+1%), soprattutto per semi oleosi e caffè; Regno Unito con 15,4 miliardi (-1%); Ucraina con 13 miliardi (+11%), in crescita grazie agli oli vegetali e colture proteiche, nonostante un calo dei prezzi dei cereali; Costa d’Avorio con 6,8 miliardi (+67%), grazie al cacao; Nigeria con 1,7 miliardi (+129%)​. Tra i cali più marcati si segnalano le importazioni da Russia (-46%) e Australia (-28%).

Nonostante la crescita delle importazioni, la bilancia commerciale dell’Ue nel settore agroalimentare è rimasta ampiamente in attivo, ma con un saldo in diminuzione: 63,6 miliardi di euro nel 2024, contro i 69,4 dell’anno precedente.

L’export ha comunque superato l’import di quasi 64 miliardi, confermando il settore agroalimentare come un pilastro della bilancia commerciale europea​.

Fonte dell'articoloeuractiv.it
La Redazione
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