Mancato soddisfacimento del fabbisogno di ore di freddo nel periodo invernale, carenza idrica, cracking, riduzione della produttività, scarsa propensione al rinnovamento, eventi climatici estremi: sono alcune delle cause del drastico calo delle rese produttive del ciliegio in Italia.
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Di come risolvere queste problematiche e della situazione internazionale della coltura si è parlato nel Biosolutions International Congress sul tema „Quali Biosolutions per ciliegie di qualità”, organizzato da Agri2000 Net nel corso di Macfrut, alla presenza di oltre 200 operatori del settore.
Per l’Italia del nord è intervenuto Stefano Lugli, fondatore di SL Fruit Service, „la partita si giocherà sempre più verso un unico obiettivo, l’alta qualità: frutti di calibro prevalentemente di almeno 28mm, consistenza della polpa superiore a 70 ID, dolcezza non inferiore a 18 °Brix, buon livello di acidità per esaltarne l’aroma. A questo fine, oltre alla genetica, le applicazioni di prodotti biosolutions sono fondamentali”.
Lorenzo Laghezza di Agrimeca ha fatto il punto sulla situazione nel sud Italia:
Per dare un quadro internazionale del ciliegio a livello internazionale sono intervenuti due opinion leader dei due paesi più importanti al mondo per questa coltura: Carlos Tapia, Fondatore e Direttore di Avium, maggiore centro di consulenza tecnica del Cile, e Belit Balci Direttore di Alara, il maggior produttore di ciliegie della Turchia.
A raccontare le biosolutions innovative per il ciliegio: Fabio Galli di UPL, Silvano Locardi di Bayer, Janine Dahms di Kelpak e Gaetano Bentivenga di Syngenta Biologicals.
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Le biosoluzioni proposte dalle aziende presenti all’evento, puntano soprattutto a migliorare l’impollinazione, l’allegagione, l’accrescimento e il calibro dei frutti anche in condizioni climatiche avverse, e di contrastare il fenomeno del cracking e i principali insetti e patogeni antagonisti, riducendo al tempo stesso l’impatto ambientale.