Sono migliaia gli agricoltori e gli allevatori scesi in piazza a Bari con i loro trattori contro le emergenze che mettono a repentaglio la sopravvivenza stessa dell’agricoltura pugliese: dai cinghiali che invadono campagne e città alla siccità che decima i raccolti, fino alla Xylella che ha compromesso l’olivicoltura salentina.
Su cartelli e striscioni si legge „Noi seminiamo, i cinghiali raccolgono”, „Il cinghiale campa, il campo crepa”, „Chiuso per cinghiali”, „No acqua no agricoltura”, „Puglia assetata”, „Senza acqua l’agricoltura muore”, „Sos siccità”.
Al fianco degli agricoltori – sostiene Coldiretti Puglia – si sono schierati esponenti delle istituzioni, sindaci con i gonfaloni. Sul lungomare Nazario Sauro sfilano giovani e donne che hanno lasciato i campi e le stalle.
Secondo Coldiretti, è necessario dichiarare lo stato d’emergenza in Puglia dove i danni sono stimati in oltre un miliardo di euro in poco più di 2 anni e i raccolti sono dimezzati.
Per la siccità e le temperature al di sopra della norma, le clementine che sono finite al macero, la produzione di grano risulta dimezzata, c’è un calo drastico del foraggio verde nei pascoli e gli apicoltori hanno dovuto dire addio ad oltre un vasetto di miele su due.
Ma a preoccupare – continua Coldiretti Puglia – sono le previsioni della prossima campagna di raccolta delle olive, dove si stima un crollo del 50% rispetto al 2023.
L’altra emergenza riguarda i cinghiali.